Nel mese di maggio US Preventive Services Task Force (USPSTF) ha pubblicato un aggiornamento della raccomandazione del 2018 riguardante lo screening della sifilide nelle donne in gravidanza, che stabiliva, con grado di forza A, il benefico effetto di tale screening nella prevenzione della sifilide congenita. L’aggiornamento è il risultato di una procedura deliberativa di riaffermazione, che l’Associazione usa quando si è in presenza di dati chiari, standardizzati e in accordo con la medicina-basata-sull’evidenza. Questo vuol dire che tutti gli studi e le evidenze esaminate dopo il 2018 non hanno forza e qualità sufficienti a cambiare le precedenti conclusioni, bensì le confermano e rafforzano. Applicando la procedura di riaffermazione, la USPSTF conclude con alto grado di certezza che lo screening per infezione sifilitica in gravidanza ha un netto sostanziale beneficio.
Com’è noto, la Sifilide è un’infezione trasmessa essenzialmente per via sessuale. Se non trattata durante la gravidanza può passare dalla madre al feto, causando la Sifilide Congenita. Questa è associata a nascita prematura, basso peso alla nascita, nascita di feto morto, morte neonatale o una serie di anomalie del neonato, quali malformazioni ossee, malattie epatiche e neurologiche. L’incidenza di nuovi casi di Sifilide è andata crescendo negli ultimi 30 anni, specialmente nelle donne: da 2 a 4 volte più alta che negli uomini nello stesso periodo. Di conseguenza, sono anche aumentati i casi di Sifilide congenita. Si stima che quasi il 90% dei nuovi casi sarebbero stati prevenuti con test e trattamenti tempestivi.
Screening
Interessa tutte le donne adolescenti e adulte in gravidanza, che presentino o no fattori di rischio per la Sifilide. Questi ultimi sono legati essenzialmente al comportamento sessuale, influenzato a sua volta dal contesto sociale e dalle disuguaglianze socio-economiche tra i gruppi di popolazione: povertà, sovraffollamento, segregazione, tasso di carcerazione, ecc., spiegano le differenze razziali osservate nella frequenza delle malattie sessualmente trasmesse.
Lo screening della Sifilide consiste nella ricerca, nel sangue, di anticorpi che possono riflettere un’infezione da Treponema Pallidum, il germe che causa la malattia, secondo uno schema a due step: un esame iniziale, più sensibile che specifico, mediante test non-treponemico: VDRL (Venereal Disease Research Laboratory) o RPR (Rapid Plasma Reagin). I test non-treponemici rivelano anticorpi che possono riflettere il danno tissutale, causato dal Treponema ma anche da altre condizioni in cui si liberano antigeni lipoidali. Dato l’alto numero di falsi-positivi, non può essere usato da solo, ma deve essere seguito da un test “di conferma”, atto a evidenziare anticorpi specifici anti-Treponema. Il più usato è il test di agglutinazione TP-PA (Treponema Pallidum Particle Agglutination). Si può usare anche la sequenza inversa, partendo da un test treponemico automatizzato (in immunoenzimatica o chemiluminescenza), seguito da un test non-treponemico per i campioni positivi. Le eventuali discordanze nella sequenza inversa sono risolte con un secondo test treponemico di conferma (generalmente il TP-PA). I test automatizzati di questo algoritmo inverso lo rendono adatto a laboratori con alti volumi analitici. Sono disponibili anche test in Point-of-care, che si possono eseguire anche a domicilio perché si applicano a una goccia di sangue da puntura del dito: non è chiaro se questi da soli possano guidare una decisione clinica.
Lo screening deve aver luogo il più presto possibile durante la gravidanza, comunque alla prima occasione in cui la gestante si reca dal medico o in un Centro Sanitario. Al più tardi al momento dell’ospedalizzazione per il parto. Se esiste un risultato precoce dello screening, questo dev’essere ripetuto all’inizio del 3° trimestre (circa 28 settimane di gestazione) e di nuovo al momento del parto.
Trattamento
Il CDC raccomanda la penicillina G per via parenterale come unico trattamento, con efficacia documentata durante la gravidanza. I protocolli di cura sono diversi secondo gli stadi della malattia, e la durata può necessariamente essere maggiore negli stadi avanzati. Se la diagnosi viene posta nella seconda metà della gravidanza, il trattamento deve prevedere ecografie periodiche, per evidenziare segni di Sifilide congenita. Le donne gravide allergiche alla penicillina devono essere desensibilizzate e poi trattate con penicillina. Sebbene circa il 10% delle pazienti dichiarino un’allergia alla penicillina, il numero di quelle veramente allergiche è probabilmente molto inferiore.
Benefici ed effetti negativi dello screening
L’identificazione dell’infezione in gravidanza è finalizzata al trattamento della malattia. L’evidenza scientifica dimostra meno esiti negativi della gravidanza nelle donne sottoposte a screening e curate per Sifilide, rispetto a quelle non curate. Il trattamento è più benefico quando è fornito precocemente piuttosto che tardi nel corso della gravidanza.
I possibili effetti negativi dello screening sono minimi e quasi sempre riconducibili a risultati falsi positivi o discordanti, che implicano una rivalutazione clinica e un’ansia riflessa sulla paziente, oppure danni da trattamento antibiotico, per lo più reazioni allergiche in soggetti predisposti.
Riferimenti
USPSTF. Screening for Syphilis Infection During Pregnancy. US Preventive Services Task Force Reaffirmation Recommendation Statement. JAMA online, May 13, 2025. doi:10.1001/jama.2025.5009. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2833883
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ASPIC odv. Sifilide. Screening in Gravidanza. https://www.aspicodv.com/schede/sifilide-screening-in-gravidanza/