Torino futura. Un caso studio per discutere di “Malattie respiratorie croniche & ambiente”


Nel corso dell’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica giornate (o settimane) a differenti temi sulla salute. Nel mese di novembre è ricordata la patologia respiratoria cronica: risulta tra le prime 10 cause di morte a livello globale. E’ molto invalidante, in quanto tende progressivamente a peggiorare; fumo e inquinamento ambientale sono tra i fattori maggiormente incriminati. Nel 2019, dati OMS indicano che il 99% della popolazione mondiale ha vissuto in luoghi in cui non erano rispettati i livelli di qualità dell’aria, e che a causa di tale inquinamento si sono verificati 4,2 milioni di morti premature, di cui il 90% in Paesi a basso e medio reddito. In tali Paesi il rischio si mantiene elevato: circa 2 miliardi e mezzo di persone ancora oggi cucina e riscalda la propria abitazione con carbone, kerosene e biomasse.

Partendo da tali premesse ASPIC, nell’ambito dell’attività di educazione alla salute diretto a migranti, ha voluto dedicare due giornate all’argomento “Malattie respiratorie & Ambiente”. Nella prima, il problema  è stato affrontato sotto quattro punti di vista: 1) la malattia, sintomi, diagnosi, evoluzione, patologie correlate, e perché è un problema di dimensioni globali; 2) adozione delle Linee Guida OMS, quale riferimento per misurare l’inquinamento dell’aria; 3) Obiettivi di Sviluppo Sostenibili, e nello specifico, quelli coinvolti nel ridurre l’impatto sulla mortalità correlata alla malattia; 4) Azioni virtuose, vale a dire possibili interventi per migliorare l’ambiente di vita riducendo le fonti d’inquinamento.

Nella seconda giornata si è lavorato sul caso studio “Torino futura”. Si è preso spunto da avvenimenti importanti del periodo: la città ha di recente eletto il nuovo Sindaco; a Glasgow si è svolta COP26, la Conferenza mondiale sul clima; attraverso il PNRR arriveranno a Torino fondi per la rigenerazione urbana.

Di cosa trattava il caso studio?

Caso studio “Torino futura”

Il neo Sindaco ha deciso che questo momento storico (tutto il mondo parla di inquinamento, malattie, futuro migliore per i giovani) è l’occasione per realizzare interventi che migliorino la città e, nel contempo, valorizzino la sua immagine di uomo del “fare”.  Decide di intervenire in un’area della città, adiacente a Barriera di Milano, dove i problemi sono particolarmente evidenti: L’ASL ha segnalato che sono in forte aumento casi di patologia respiratoria cronica e che tra i fattori responsabili è citato il maggior inquinamento ambientale. Nella stessa zona esiste un’ampia area, in parte dismessa (in precedenza occupata da fabbriche), in parte occupata da case fatiscenti, in cui l’amministrazione precedente ha già stabilito di investire parte dei fondi del PNRR.

Sindaco e Consiglio Comunale intendono deliberare interventi a 360 gradi (salute, urbanizzazione, ambiente) che potrebbero modificare radicalmente l’area. In particolare:

  • Creare percorsi che migliorino la salute di chi è colpito da patologie respiratorie
  • Identificare differenti modalità per ridurre l’inquinamento, specie quello prodotto da rifiuti domestici
  • Riprogettare l’area urbana, nello specifico quella in precedenza occupata da fabbriche.

Per lo sviluppo di tali iniziative è ritenuto necessario l’opinione dei residenti, sia italiani che stranieri: ascoltare problemi e desideri di chi in prima linea sperimenta condizioni di disagio è il primo passo per costruire un ambiente a misura d’uomo, vale a dire la nostra “Torino futura”.

Come è stato sviluppato il caso studio? Chi erano le partecipanti?

Le donne che hanno partecipato all’iniziativa provenivano da paesi arabi e dalla Nigeria. Avevano un età media di 38 anni, diploma di scuola superiore, buona conoscenza dell’italiano: erano sposate, con figli, tutte casalinghe. Alle partecipanti è stato chiesto di riflettere su tre temi: 1) Cosa fare dal punto di vista sanitario per persone con patologia respiratoria cronica che vivono nella zona da riqualificare; 2) Come migliorare la gestione dei rifiuti; 3) Come ripensare l’area, tra verde e costruito.

Le risposte sono state:

  • Interventi di tipo sanitario: potenziare l’assistenza a domicilio per i pazienti con malattia respiratoria cronica; impegno del Comune per l’accompagnamento ai Servizi sanitari, ma anche per promuovere attività ricreative per questi pazienti; ripensare le strutture sanitarie con spazi per socializzare tra i portatori della stessa patologia. Abolire il traffico (nel weekend) per migliorare la qualità dell’aria 
  • Gestione dei rifiuti. In linea generale, un maggior controllo su come la popolazione attua le raccolta differenziata; uso esclusivo di sacchetti di carta o riciclabili; incremento del numero di cassonetti; telecamere e multe per chi sparge rifiuti; multe anche per i padroni di cani che non raccolgono gli escrementi; sensibilizzazione periodica della popolazione su come gestire al meglio i rifiuti (riciclo; eliminazione, etc.); impegno di genitori e nonni nell’insegnare a figli o nipoti come effettuare correttamente la raccolta differenziata
  • Ripensare l’area, tra verde e costruito. Il sogno è incrementare l’area verde….meglio ancora se dotata di un piccolo lago sulle cui sponde possano giocare nonni e nipoti; limitazione del numero di cani; un Centro commerciale, una Casa del Quartiere, un Campo sportivo e una Scuola per i bimbi del quartiere; uno spazio del silenzio  dove possano convivere chiesa e moschea; una struttura sanitaria che eroghi le cure ma che faccia anche informazione sanitaria;  coinvolgimento degli abitanti per la pulizia e l’ordine dell’area, con associato mini contributo economico a chi si impegna (contributo per pagamento di ticket, bollette, etc.).

Come interpretare le risposte?

Dalle risposte emerge il desiderio di poter

  • vivere in una zona ordinata, con molto verde, con i servizi necessari, dove nonni e nipoti possano ancora comunicare serenamente tra loro
  • avere a disposizione Servizi sanitari dove siano erogate cure, sia fatta informazione sanitaria, e vi siano spazi per la socializzazione, specie tra i portatori della stessa patologia
  • verificare che esista un maggior controllo nella gestione dei rifiuti (multe per chi sporca)
  • avere a disposizione uno spazio del silenzio, in cui differenti religioni possano convivere una accanto all’altra
  • offrire il proprio contributo per mantenere ordinato l’ambiente

In conclusione “Torino futura” non sembra diversa da come la vorrebbero i piemontesi: convivere in serenità e salute, ben sapendo che è importante anche il contributo personale.

Hanno discusso sul caso studio:  Monique Diarra, Halima Doubri, Fatima Mouhallil, Juliet Ighiwisi, Kate Edionsere,  Mansour Nadia,  Nourelain Rajaa,  Omari Soukaina,  Raman Asma,  Damrane Abtissan

Riferimenti