Ritorno al futuro – Immunizzazioni


I fatti

Fuori il vecchio, dentro il nuovo! L’emergenza Covid-19, mentre ha necessariamente implementato e accelerato la ricerca di un nuovo vaccino per fermare la pandemia, ha catastroficamente sconvolto le vaccinazioni di routine in tutto il mondo. Una tale focalizzazione sullo sviluppo di vaccini non si era mai vista, unita a lockdown, chiusura di confini, Servizi sanitari in sovraccarico e problemi economici enormi: eppure, ha disfatto il duro lavoro di generazioni che aveva portato a grandi successi vaccinali, sconvolgendo i programmi di immunizzazione di massa già operativi. Dati delle Nazioni Unite hanno rivelato che nel 2021 si è verificato il peggiore regresso, in più di 30 anni, della copertura vaccinale globale contro diverse malattie. La disponibilità dei vaccini anti-COVID, con la rapidità con cui sono stati sviluppati, salutata come un trionfo, ha in realtà incontrato molta esitazione, anche alimentata da cattiva informazione e indicazioni talora contradditorie, che hanno fomentato sentimenti anti-vaccini e conseguente declino delle vaccinazioni di routine. Mentre tutti i Sistemi sanitari del mondo sono entrati in crisi, quella che è stata colpita più duramente è la vaccinazione dei bambini. La OMS ritiene che, nel 2021, 25 milioni di bambini < di 1 anno non siano stati sottoposti alle vaccinazioni di base. Durante la pandemia, in più di 100 Paesi si è verificato un aumento di focolai di difterite, morbillo, polio e febbre gialla. Per un bambino, la vaccinazione di routine è il primo passo verso la protezione a vita contro le malattie prevenibili mediante vaccinazione. Perdere questa opportunità rischia di tagliarlo fuori dalla sorveglianza sanitaria di lungo periodo.

I rimedi

In uno sforzo congiunto per riportare le vaccinazioni infantili al livello pre-pandemico, ed anche meglio, una serie di istituzioni comprendente OMS, UNICEF, Gavi, Alleanza per i Vaccini, Fondazione Bill& Melinda Gates e altri partner, ha annunciato “Il Grande Recupero” (The Big Catch-Up), durante la settimana mondiale dell’immunizzazione, 24-30 aprile 2023. Lo sforzo si rivolge soprattutto a 20 Paesi nei quali tre quarti dei bambini non sono stati sottoposti alle vaccinazioni di base, principalmente Afghanistan, Brasile, Etiopia, India, Myanmar, Tanzania e Viet Nam.

Quali sfide dovrà affrontare questo enorme sforzo?

Ovviamente, il rafforzamento della forza-lavoro di tutte le figure sanitarie, e il numero e l’accessibilità dei Servizi sanitari, ma la più ardua sarà la ricostruzione della fiducia e della richiesta di vaccinazioni all’interno delle comunità, dopo l’aumento dell’esitazione vaccinale dovuta alla pandemia, che ha arrestato l’ampliamento dei programmi di immunizzazione infantile. Esprimendo preoccupazione a proposito della cattiva informazione, la presidente del Settore Immunizzazione della OMS, Kate O’Brien, ha detto: “Il motivo principale per cui i bambini non vengono vaccinati non è la posizione NO-Vax, ma la scarsa possibilità di accesso ai Servizi, la loro qualità e la completa fruizione dei programmi sanitari”. Le cause, in Paesi a basso/medio reddito, sono ascrivibili a un contesto misto di fattori demografici, geografici, educazionali e socio-economici. Tra questi: la consapevolezza dell’esistenza di Centri vaccinali e dell’utilità delle vaccinazioni, la distanza e la difficoltà dello spostamento per raggiungerli, il costo e la sicurezza in aree politicamente instabili. Siccome le vaccinazioni sono multiple, con schede vaccinali diverse, occorre studiarne di più semplici e applicabili. Su questa linea è notevole lo studio per la riduzione delle dosi di vaccino anti pneumococco pediatrico, in Africa.

Spiragli di ottimismo

In mezzo al declino globale della copertura vaccinale, alcuni esempi virtuosi aprono spiragli di luce. Nel 2022 l’India ha fatto registrare una solida ripresa delle immunizzazioni essenziali; il Kenya ha ingaggiato dei leader locali per aumentare l’immunizzazione tra le sue popolazioni nomadi e l’Uganda ha mantenuto alti i tassi di vaccinazioni di base durante la pandemia. Con tutto quello che è stato scritto sul peso devastante della pandemia sui Paesi a basso/medio reddito, anche i loro sforzi pionieristici, che hanno influenzato le strategie globali, devono essere ricordati in egual misura. Memorabili esempi restano il lavoro intensivo di sequenziamento genico condotto dal Sud-Africa, che ha portato all’identificazione della variante Omicron del COVID-19 e lo sforzo dell’India nell’incrementare le proprie capacità manifatturiere per sviluppare vaccini intranasali e iniettabili anti COVID.

Anche se storie di resilienza emergono da ogni calamità, l’unica eredità positiva lasciata da COVID è il rinnovato interesse per la “vaccinologia”. Vaccini a vettore virale, tecnica precedentemente usata contro il virus Ebola, sono stati prodotti e utilizzati su larga scala nella pandemia con provato successo. L’efficacia evidente e la sostanziale sicurezza dei vaccini a mRNA contro COVID-19, danno impulso a nuove ricerche sull’impiego di questa tecnologia per contrastare malattie esistenti e future pandemie. Questo è il Nuovo che portiamo nel futuro: il ritorno alla fiducia nei vaccini e, con questa, la speranza di avanzamento e nuovi successi.

Riferimenti

Editorial. Back to the future. The Lancet Infectious Diseases, June 2023. https://doi.org/10.1016/S1473-3099(23)00300-6  https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(23)00300-6/fulltext