Perché non possiamo formulare uno schema vaccinale per COVID-19


Si ha l’impressione che, per la maggior parte della gente, il Coronavirus sia diventato ormai una minaccia tollerabile al pari del virus dell’influenza e quindi richieda precauzioni minime, se mai le richieda.

Ma è così? In tutto il mondo ancora molta gente soffre in ospedale e muore ogni giorno di COVID o di cause ad esso correlate: in maggioranza soggetti con più di 70 anni o medicalmente fragili e/o immuno-compromessi. Dunque, dovrebbero costoro ricevere un secondo booster di vaccino anti- COVID, e quando? ..e gli ospiti di comunità protette o per anziani? ..e tutti gli altri adulti e relativamente giovani, per cui COVID è per lo più un fastidio o una malattia lieve? I medici si sentono fare questa domanda da molti che hanno ricevuto l’ultimo booster lo scorso autunno: quando devo fare la prossima dose?

Tutto, tranne che chiarezza

Le opinioni vanno in ordine sparso: il Regno Unito e il Canada hanno già raccomandato una dose addizionale per i grandi anziani e per quelli con sistema immunitario debole, già a partire dalla primavera in corso. Non è chiaro se la FDA americana seguirà il loro esempio: nel tentativo di semplificare quella che è diventata una giungla di linee guida sulla vaccinazione COVID, in gennaio l’Agenzia ha dichiarato di essere orientata a offrire a tutti gli americani una singola dose ogni autunno, come per l’influenza. Ci sono però delle considerazioni da fare prima di affermare che una sola modalità va bene per tutti. Le persone sono diverse per età, per rischio individuale, per la loro personale percezione del rischio. L’immunità all’infezione declina in pochi mesi in chiunque si sia vaccinato. Ma in soggetti con sistema immunitario debole, la protezione di una dose fatta in autunno svanisce velocemente che nella primavera/estate seguente è come se non si fossero vaccinati. Dai dati della campagna dell’autunno 2021, in cui si è somministrato un booster contro il virus originale, è risultato che i soggetti immuno-compromessi beneficiano di un periodo di protezione molto molto breve, da parte del booster. Ci sono al momento pochi dati sull’efficacia del cosiddetto booster bivalente, che è stato messo a disposizione nell’autunno del 2022, diretto contro le varianti Omicron 4 e 5, oltre che contro il virus originale. È soprattutto questa carenza di informazioni che rende molti esperti esitanti a raccomandare un nuovo “shot” per tutti, anche i più vulnerabili. Inoltre, i soggetti che hanno ricevuto il booster bivalente aggiornato sono stati molto meno numerosi: alcuni per disinformazione, altri perché hanno trovato le direttive troppo confuse e altri, infine, perché si sono semplicemente sentiti pronti a chiudere il problema della pandemia.

Qualcosa si sta muovendo

Da informazioni giornalistiche americane, sembra che nelle prossime settimane la FDA annuncerà ufficialmente che chi ha 65 o più anni e chi ha deficit del sistema immunitario potrà scegliere (non c’è né obbligo né raccomandazione) di ricevere un secondo booster nella tarda primavera di quest’anno, purché siano trascorsi 4 mesi dopo che il soggetto ha ricevuto una dose dell’ultima versione aggiornata del vaccino, cioè il booster bivalente.

Il 5 aprile ’23, la sezione europea del Center for Disease Control, ECDC, ha emesso un documento di raccomandazione in due fasi:

  • una campagna a larga diffusione nell’autunno prossimo per gli over-60, possibilmente in concomitanza con la vaccinazione antiinfluenzale, il che semplificherebbe i problemi di organizzazione e logistica. Sebbene non sia emerso finora un modello chiaro della circolazione stagionale del virus, i dati dimostrano che l’impatto della malattia è stato molto più elevato durante il periodo autunno-inverno, corrispondente alla tradizionale stagione influenzale
  • per gli over 80 e per i fragili, vaccinazione già nella primavera corrente, mediante booster aggiornato, tenuto conto della labilità dell’immunizzazione.

Conclusioni

Questa strategia ha come primo scopo la riduzione dei ricoveri per COVID nello Spazio Economico Europeo (SEE), non la prevenzione dell’infezione. Il primo obiettivo delle future strategie deve essere la protezione della popolazione più anziana e dei più deboli. Negli altri casi, la decisione andrebbe presa con la guida degli specialisti medici. I Paesi dovrebbero pianificare una fornitura continua di vaccini COVID monitorando l’evoluzione del virus e adattandoli come si fa con i vaccini antiinfluenzali. I Paesi devono focalizzarsi sullo sviluppo di un sistema di comunicazione efficace, per recuperare la perdita di interesse della popolazione a farsi vaccinare e porre un campanello di allarme sulla percezione di un ritorno alla normalità, problema molto difficile nella devastazione psicologica che, più o meno forte secondo i casi, la pandemia ha indotto in tutti.Infine, l’Agenzia Europea osserva che “permangono notevoli incertezze sui futuri sviluppi epidemiologici e ciò potrebbe influenzare le decisioni future”.

Riferimenti

ECDC, 5 April 2023: Interim public health considerations for COVID-19 vaccination roll-out during 2023. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/interim-public-health-considerations-covid-19-vaccination-roll-out-during-2023 

 Laurie McGinley et Lena H. Sun. FDA to okay second omicron-targeting booster for some, officials say. The Washington Post, 3 April 2023.  https://www.washingtonpost.com/health/2023/04/03/covid-booster-shot/


Apoorva Mandavilli. Should you get another COVID booster? The NYT, 24 March 2023. https://www.nytimes.com/2023/03/24/health/covid-booster-older-immunocompromised.html