L’inquinamento ambientale e noi


Si definisce inquinamento “tutto ciò che è nocivo per la vita o altera in maniera significativa le caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua, del suolo e/o dell’aria, tali da cambiare la salute, la struttura e l’abbondanza degli esseri viventi e/o dei flussi di energia, soprattutto (…) se ciò non viene compensato da una reazione naturale o umana adeguata, che ne annulli gli effetti negativi totali. È una forma di contaminazione dell’aria, delle acque e del suolo con sostanze e materiali dannosi per l’ambiente e per la salute degli esseri umani, capaci di interferire con i naturali meccanismi di funzionamento degli ecosistemi o di compromettere la qualità della vita. Benché possano esistere cause naturali che possono provocare alterazioni ambientali sfavorevoli alla vita, ad esempio i fumi di un incendio di origine naturale, o esalazioni sulfuree di origine geologica (es. eruzioni vulcaniche), il termine “inquinamento” si riferisce in genere alle attività dell’uomo” (Wikipedia).

Sono molti i problemi d’inquinamento che l’ambiente in cui viviamo deve affrontare; alcuni sono irreversibili, altri sembrano peggiorare nel tempo, portandoci verso una vera crisi ambientale. L’urbanizzazione e lo sviluppo tecnologico hanno messo in pericolo la sopravvivenza del nostro pianeta, lasciando degradare la qualità degli elementi essenziali dell’ambiente – aria, acqua, suolo – rilasciando rifiuti provenienti dalle fabbriche, come plastica, metalli pesanti, nitrati, prodotti della combustione di carburanti fossili, piogge acide, perdite di olii, tossine industriali. L’urbanizzazione e la sovrappopolazione hanno aumentato l’inquinamento acustico e luminoso nelle città. Fuori dalle città gli agenti inquinanti (che sono in crescita esponenziale nella società moderna) alterano l’equilibrio ecologico interdipendente per differenti specie di piante ed animali, che rischiano l’estinzione. L’effetto dell’inquinamento sulla salute umana è ben noto e documentato: dalle malattie polmonari a quelle endocrinologiche, al cancro e alla salute mentale.

In un lontano futuro, quando la specie umana sarà estinta e anche le rovine degli edifici si saranno sbriciolate, l’ultimo segno rimanente della nostra civiltà potrebbe essere una chiara striscia di plastica inframezzata agli strati geologici. La nostra era umana, l’Antropocene, può essere definito dalla plastica: poco costosa, conveniente, incredibilmente durevole, infinitamente adattabile, è un materiale meraviglioso. Molto di buono proviene dalla plastica; la medicina moderna sarebbe inimmaginabile senza di lei: si pensi ai tubi delle fleboclisi, alle siringhe, ai cateteri, ai camici monouso. La plastica è diventata strutturale nella vita moderna. Ma questa ubiquità tuttavia, ormai è riconosciuto, ha un costo sempre più alto. “Fare” la plastica può essere un affare poco pulito, perché essa è prodotta da sostanze petrolchimiche e sovente modificata con additivi – talora sostanze carcinogene o in grado di sovvertire il metabolismo endocrino – che possono più tardi filtrare nel nostro corpo e nell’ambiente, danneggiando le specie animali selvatiche e insinuandosi nella catena alimentare. L’inquinamento da plastica scorre nei nostri fiumi e si accumula lungo le coste, intrappolando e soffocando animali. La produzione e la combustione dei rifiuti di plastica generano emissioni pericolose nell’aria. Microplastiche (frammenti più piccoli di 5 mm) sono state trovate in cima alle montagne più alte, nel cuore del ghiaccio Antartico, dappertutto negli oceani, nel sangue circolante di esseri umani. Noi le inaliamo o ingeriamo ogni giorno. Recentemente, un gruppo di ricercatori ha dimostrato la presenza di microplastiche e nanoplastiche (particelle di dimensioni microscopiche) nelle placche aterosclerotiche di carotidi umane, con aumento del rischio di infarto miocardico, ictus o morte.

  • L’industria deve mantenersi al corrente sui dati riguardanti l’inquinamento ambientale locale e generale, con l’obiettivo di migliorare i suoi processi, anche confrontandosi con imprese dello stesso tipo (benchmarking).
  • Occorre cercare di usare tecniche produttive più pulite per ridurre le emissioni dannose e diminuire i rifiuti, potenziando la ricerca di soluzioni innovative. Ci sono storie di successo a questo proposito (es. la Toyota in Australia), che dimostrano che ciò è possibile.
  • Il controllo dell’inquinamento è una responsabilità dello Stato attraverso le sue agenzie territoriali
  • Devono essere resi pubblici rapporti periodici su tipo e grado di inquinamento dello Stato e delle Regioni
  • In base ai dati risultanti dai rapporti, tutti gli Stati devono preparare un piano temporale di intervento e gestione dell’inquinamento.
  • Si devono supportare con finanziamenti adeguati le iniziative che aiutano la protezione dell’ambiente, anche attraverso la diramazione di leggi contenenti indicazioni e relative eventuali sanzioni.

E noi? Cosa possiamo fare noi, così piccoli, dipendenti, influenzabili e influenzati, per cercare di non diventare vittime, individualmente e su larga scala, di questo disastro: perché – non serve minimizzare – di disastro si tratta, è una causa di morte. La prima cosa da fare è aumentare la consapevolezza del problema nella gente comune in tutto il mondo, in modo uguale per i Paesi più ricchi e quelli meno ricchi, nonostante che, come abbiamo visto, molti di questi inquinanti siano ormai indispensabili nella società moderna e abbiano portato miglioramenti sostanziali nella qualità della vita, cioè il Progresso. Eppure, molte attività svolte dalla gente nella vita ordinaria, sul lavoro, a casa, a scuola, nel gioco, possono danneggiare l’ambiente e contribuire all’emissioni dannose per l’aria, l’acqua e il suolo. Tutti devono riflettere e rendersene conto. Ecco alcuni semplici esempi di suggerimenti che possono contribuire a ridurre l’impatto della nostra vita quotidiana sull’inquinamento ambientale.

  • Ridurre l’uso delle automobili: le emissioni dei veicoli a motore resta la sorgente più significativa dei più comuni inquinanti atmosferici. Quindi camminare o andare in bicicletta (effetto secondario: l’esercizio fisico è un determinante della buona salute), o usare i mezzi pubblici e la condivisione del veicolo.
  • Se si deve cambiare la macchina, scegliere un veicolo a carburante-efficiente, seguendo attentamente l’evoluzione delle proposte del mercato presente e futuro.
  • Risparmiare energia, spegnendo la TV quando non la si guarda, spegnendo la luce uscendo da una stanza, non lasciando i dispositivi elettronici in stand-by quando non in uso (effetto secondario: il costo della bolletta diminuisce)
  • Acquistare elettrodomestici nuovi o usati ma di classe energetica elevata, consultando l’apposita etichetta. Più alto il numero dei +, minori sono le emissioni.
  • Usare detergenti ecologici. Il fosforo sovente contenuto nei normali detersivi aumenta il carico nei fiumi e può causare crescita anomala di alghe…
  • Ridurre l’utilizzo della plastica, sostituendola con vetro o carta. Al supermercato comprare le merci a peso piuttosto che in imballo preconfezionato di plastica (effetto secondario: si compra solo la quantità necessaria). Ricaricare di detersivo i contenitori usati, anziché acquistare una nuova confezione.
  • Non versare mai nello scarico domestico medicinali, fertilizzanti, antiparassitari per piante, e in generali sostanze chimiche, perché finiranno nei fiumi e nel mare.
  • Riciclare quanto più possibile le cose usate e applicare scrupolosamente le norme comunali per la differenziazione dei rifiuti, anche se ciò implica qualche spostamento aggiuntivo (es. gli oli esausti, i dispositivi elettronici non più in uso e gli elettrodomestici, nei punti di raccolta)
  • Ridurre il consumo di acqua (mentre si spazzolano i denti o si sparge il sapone, il rubinetto può essere chiuso!)
  • Mangiare alimenti a Km 0 e della stagione corrente, per quanto è possibile

…e così via, riflettendo la fantasia si scatena!

Riferimenti

Wikipedia. Inquinamento. https://it.wikipedia.org/wiki/Inquinamento

Editorial. Ending plastic pollution: an opportunity for health. The Lancet, May 18, 2024, https://doi.org/10.1016/S0140-6736(24)01018-3

EPA (US Environmental Protection Agency). Learn About Pollution Prevention. 20 febbraio 2024, https://www.epa.gov/p2/learn-about-pollution-prevention