Infezione da SARS-CoV-2 vs. Monkeypox Virus. Quali differenze?


Per la maggior parte di noi COVID-19 è stata la prima grande pandemia della vita. In questi due ultimi anni tutti hanno fatto un corso accelerato di virologia e di epidemiologia, e imparato che cosa sono i test a flusso laterale o il significato dell’indice R0. Quanto appreso su SARS-CoV-2 può aiutare a contestualizzare questa seconda pandemia, denominata “Vaiolo delle scimmie”. Si tratta di una malattia rara che circola naturalmente nelle scimmie e nei roditori, provocata da un virus appartenente alla stessa famiglia e genere del virus del vaiolo, di solito presente in Africa occidentale e centrale, dove è endemica. Nel 2022 un primo focolaio di malattia si è diffuso oltre l’Africa, sorprendendo gli scienziati e portando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a classificare l’epidemia come un’emergenza sanitaria globale.

Quali sono le caratteristiche dei due virus?

SARS-CoV- 2 è un virus a RNA a filamento singolo, è piccolo, con solo 30 kilobasi di acido nucleico all’interno. Monkeypox Virus (MPXV), come tutti i poxvirus, è molto più grosso: è un virus a DNA, a doppio filamento, con quasi 200 kilobasi di materiale nucleare.  Si tratta di differenze molto importanti in quanto

  • RNA è molto meno stabile di DNA
  • DNA è molto più robusto (come pure l’involucro virale), tanto che il virus può rimanere vivo sulle superfici sino a due settimane.

DNA è generalmente meno soggetto a mutazioni rispetto a RNA. Sembra infatti che il tasso di mutazione di SARS-CoV-2 sia, in ordine di grandezza, almeno 100 volte superiore rispetto a quello di MPXV. Tuttavia dati recenti indicherebbero che il virus del vaiolo delle scimmie è mutato a una velocità molto più rapida di quanto ci si aspetterebbe normalmente, e probabilmente ha subito una fase di “evoluzione accelerata”.

Dalla sua scoperta al di fuori dell’Africa, il virus a maggio risultava aver infettato più di 3.500 persone in 48 Paesi: si ritiene possa essere divenuto maggiormente contagioso a causa di nuove mutazioni. Gli scienziati avevano previsto che MPXV non potesse avere più di 1-2 mutazioni all’anno; in realtà ne sono state identificate almeno 50 non osservate in ceppi studiati nel periodo 2018 – 2019. Ovviamente, un tasso di mutazione più elevato non gioca a nostro favore.

Come si trasmettono i due virus?

La trasmissione di SARS-CoV-2 avviene essenzialmente per via aerea, e il tasso di contagio in luoghi chiusi è molto elevato. Il virus del vaiolo delle scimmie, in parte per le sue maggiori dimensioni, non è trasmesso in modo altrettanto efficiente per tale via ma, in modo prevalente, attraverso il contatto pelle a pelle.

SARS-CoV- 2 può definirsi “superpotente” per la rapidità con cui è riuscito a radicarsi in tutto il mondo, grazie alla capacità di trasmettersi prima della comparsa dei sintomi. Questa è una delle principali differenze tra l’attuale pandemia sostenuta da SARS-CoV-2 e quella provocata da SARS-1 nel 2002; in quel contesto, infatti, per prevenire la diffusione è stato sufficiente lo screening delle persone con febbre.

Non è chiaro se MPXV possa diffondersi prima che si sviluppino i sintomi: al momento non vi sono dati che suggeriscano una trasmissione presintomatica, anche se plausibile. Se confermata, sarebbe una pessima notizia.

Per la variante Omicron le stime di riproduzione di base (R0) corrispondono a 10-15; i valori sarebbero ancora più elevati se gran parte della popolazione non fosse già parzialmente immune.

Prima dell’attuale focolaio, le stime dl R0 per il vaiolo delle scimmie tendeva ad essere 1-2, il che spiega perché tanti piccoli focolai non si diffondono e tendono ad autolimitarsi.  Tuttavia, nel tempo il valore R0 è probabilmente aumentato per la diminuita protezione immunitaria nella popolazione in assenza di vaccinazione per MKPV. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima un valore R0 di 2 per le comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con uomini: tuttavia, un indice R0 superiore a 1 è abbastanza alto per sostenere una pandemia il cui andamento sarà prolungato nel tempo e senza quei picchi vertiginosi provocati dalle varianti di SARS-CoV-2.

Che dire sulla gravità della malattia?

Ambedue i virus provocano astenia e febbre: SARS-CoV-2 è chiaramente più letale (tasso di mortalità dello 0,5%), mentre l’attuale focolaio da MKPV ha un tasso di mortalità dello 0,02%. I decessi ritardano la diffusione del contagio, motivo per cui, nel tempo, il numero potrebbe aumentare.

I tassi di ospedalizzazione per il vaiolo delle scimmie e per COVID-19 sono abbastanza simili e si attestano intorno al 10%. Tuttavia il motivo del ricovero è diverso: per SARS-CoV-2, l’ospedalizzazione è legata a problemi respiratori, mentre per il vaiolo delle scimmie vi è la necessità di controllare il dolore. Inoltre, mentre COVID-19 ha un andamento più grave nell’anziano, nei bambini di età inferiore a 8 anni il vaiolo delle scimmie può avere esito letale a causa di un sistema immunitario non completamente sviluppato.

Che fare per la prevenzione e per la cura?

Oggi tutti i vaccini anti SARS-CoV-2 sono in grado di mitigare la diffusione del virus.  Per MPXV c’è a disposizione il vaccino Jynneos, ma il quantitativo disponibile sembra essere molto scarso. Per la vaccinazione ad ampio raggio, Food and Drug Administration (FDA) sta esaminando la possibilità di suddividere il contenuto di ogni singola fiala disponibile in 5 dosi, da somministrare per via intradermica: i dosaggi ottenuti garantirebbero sicurezza ed efficacia. A distanza di 28 giorni sarebbe comunque necessaria la somministrazione di una seconda dose.

Per entrambi i virus esistono farmaci efficaci che possono essere somministrati per via orale: paxlovid per COVID-19 e tecovirimat per il vaiolo delle scimmie. Il farmaco è risultato efficace nell’animale, ma non è ancora stato sufficientemente studiato nell’uomo: per tale motivo FDA non ha ancora dato l’approvazione per l’impiego nell’uomo. Si è pertanto in attesa di nuovi risultati e di più specifiche indicazioni.

In sintesi queste sono le differenze tra i due virus: è chiaro che, nella misura in cui siamo destinati a vivere simultaneamente due pandemie, le caratteristiche di ciascuna saranno molto differenti l’una dall’altra.

Riferimenti

F. Perry Wilson. COVID vs Monkeypox: A Tale of Two Pandemics. https://www.medscape.com/viewarticle/978655