Il cancro alla prostata. Di nuovo sui titoli della letteratura scientifica


Secondo la Commissione sul Cancro alla Prostata (CP) della prestigiosa rivista inglese The Lancet, sembra “inevitabile” l’arrivo di un aumento globale di questo tipo di cancro: le proiezioni della commissione per il 2040, prevedono che il numero di nuovi casi nel mondo passerà da 1,4 milioni del 2020 a 4,9 milioni, con un aumento conseguente di 700.000 decessi, pari all’85%. Al recente 24.mo congresso Internazionale dell’Associazione Europea di Urologia (EAU24), il 6 aprile 2024 a Parigi, la Commissione ha presentato un rapporto secondo il quale l’accelerazione è già in atto nei Paesi ad alto reddito, come USA e Regno Unito, ma acquisterà grande slancio soprattutto in quelli a reddito medio-basso. Il cambiamento della distribuzione della età e l’aumento dell’aspettativa di vita in questi Paesi saranno i motivi portanti dell’aumento. Il cancro della prostata è paradossalmente un problema che rientra nella biologia naturale, nel senso che “gli uomini sviluppano il CP in quanto invecchiano”, dichiara uno degli scienziati della Commissione. Nei decenni a venire si assisterà a un notevole aumento degli uomini 50-, 60-, 70-enni nei Paesi più poveri e, parallelamente, del numero di cancri alla prostata. Gli aumenti saranno di entità minore nei Paesi ricchi, per la stessa ragione.

La diagnosi tardiva del tumore è largamente diffusa in tutto il mondo, ma specialmente nei Paesi a reddito medio-basso, dove è la norma. Quindi l’unico modo per mitigare il danno atteso dall’aumento dei numeri è di mettere in piedi urgentemente dei sistemi per una diagnosi più tempestiva in tali paesi. Lo screening per CP destinato a tutti gli uomini tra 50 e 70 anni di età (45 – 70 anni per quelli di ascendenza africana) nei paesi ricchi, si sta rafforzando con il miglioramento delle tecnologie quali la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) e l’evidenza crescente dell’efficacia della “sorveglianza attiva”. Un difetto dello screening è l’uso scorretto dei valori di PSA. La validità del dosaggio del PSA quale unico strumento di screening è stato oggetto di infinite discussioni e divergenze fra gli specialisti. Alla fine è prevalso il compromesso di lasciar decidere al singolo individuo, dopo un confronto informativo col medico, se aderire o meno a questo tipo di screening.  Questa scelta ha condotto ai peggiori risultati, come l’uso esagerato del marcatore in uomini che probabilmente non ne avrebbero tratto beneficio, alti tassi di false diagnosi e sovra-trattamento, con enorme dispendio economico e diseguaglianze razziali. Il PSA è un valido strumento di screening solo se fatto bene, cioè semplicemente attraverso strategie di riduzione del danno: ad esempio, la limitazione dello screening agli uomini più anziani e l’uso di altri esami prima della biopsia. Diversamente è meglio non farlo. Il trattamento inadeguato della malattia avanzata è molto diffuso; negli USA solo il 30-40% dei pazienti riceve la terapia ormonale combinata per la malattia metastatica. “I risultati migliorerebbero facendo semplicemente quello che sappiamo essere efficace”.

La maggior parte della ricerca sul CP si è focalizzata in modo sproporzionato su soggetti di origine europea/americana, a dispetto del fatto che gli uomini di ascendenza africana hanno un rischio doppio di sviluppare il CP; non si sa nemmeno se il trattamento dovrebbe essere diverso per questo gruppo. Il rapporto indica quindi come priorità includere un numero maggiore di soggetti di ascendenza africana negli studi di ricerca, anche per capire meglio il perché di queste differenze etniche. Inoltre, la commissione insiste sulla necessità di rendere più precoce la diagnosi nei Paesi a reddito medio-basso, dove la maggior parte dei soggetti si presenta con malattia avanzata, già metastatica, e ha perciò meno probabilità di sopravvivere per lunghi periodi.

Il trattamento del cancro avanzato rimane un problema: esistono molte terapie a costi accessibili, ma non sono equamente disponibili nelle varie parti del mondo. L’uso costante di queste terapie è un mezzo il cui rapporto costo-beneficio è favorevole per ridurre i danni da CP.

La comunità medica non è preparata all’esplosione dei casi di tumore della prostata nel mondo. Purtroppo non c’è tempo per allevare nuovi urologi, radiologi, radioterapeuti-oncologi, laboratoristi e anatomopatologi. Occorrono soluzioni veramente innovative, come la valorizzazione e il coinvolgimento della figura dell’infermiere e il potere crescente dell’Intelligenza Artificiale (IA) nell’interpretazione degli esiti radiologici e dei campioni bioptici. In alcuni centri medici l’esecuzione e l’interpretazione delle biopsie già affidate ad infermieri con l’aiuto dell’IA che si è dimostrata straordinariamente abile nella diagnostica: non potrà che andare meglio. Nei Paesi più poveri anche gli smartphone potrebbero aiutare: la tecnologia del riconoscimento facciale è la stessa che potrebbe graduare la gravità (scala di Gleason) di un CP. Occorrono programmi sul territorio per rendere largamente disponibili smartphone come strumenti di educazione sul cancro prostatico (per mezzo dei media tradizionali e dei social media): parimenti a programmi che assistono la gente nella navigazione all’interno dei sistemi sanitari locali. L’applicazione di queste innovazioni trova ostacoli, particolarmente nel mondo occidentale, a causa della rivoluzione che causerebbe nel mondo del lavoro in ambito sanitario, soprattutto per alcune categorie quali gli specialisti patologi. Un’altra proposta è quella di creare cliniche temporanee sul territorio (pop up clinics) e unità mobili per i test (ad es. The Man Van londinese è un programma di sensibilizzazione capillare gratuito) per incoraggiare uomini che sono ad alto rischio di CP ma si sentono bene, a presentarsi per una diagnosi precoce. Anziché portare i soggetti all’ambulatorio, furgoni attrezzati per esami semplici e rapidi possono raggiungerli sul luogo di lavoro o nelle strutture di ricovero per anziani, rendendo così le diagnosi più tempestive ed allungando la speranza di vita. Nei Paesi meno ricchi mancano ancora chirurghi e strumentazioni avanzate per la radioterapia: il porvi rimedio è una delle chiavi per migliorare la situazione sanitaria relativa al cancro prostatico a livello globale.

L’aumento dei casi di cancro della prostata probabilmente sarà rispecchiato dall’aumento di altre patologie legate all’età, quali il diabete e le malattie cardiache; quindi, i nuovi programmi di diagnosi precoce dovranno focalizzarsi non solo sul CP ma sulla salute degli uomini in generale.

Nicholas D James et al. The Lancet Commission on prostate cancer: planning for the surge in cases

The Lancet, April 04, 2024.  https://doi.org/10.1016/S0140-6736(24)00651-2. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(24)00651-2/fulltext

AIMAC. La scala di Gleason e il Grade Group. https://www.aimac.it/libretti-tumore/cancro-prostata/la-scala-di-gleason

Cancro della prostata. Screening. https://www.aspicodv.com/schede/cancro-della-prostata-screening/