Epatite acuta pediatrica grave


Una malattia nuova o una percezione esagerata indotta dalla pandemia di Covid-19?

Cosa succede?

Questa primavera, i Referenti per la salute globale hanno dovuto affrontareil problema di un allarmante aumento di casi nei bambini di una grave epatite acuta di origine ignota. Attualmente sono stati riportati nel mondo circa 450 casi, ma non è questo numero, relativamente piccolo, a preoccupare, quanto la gravità della malattia che ha fatto registrare diversi casi di morte, e la necessità di trapianto di fegato in alcuni pazienti.

Casi sono stati segnalati in un paio di dozzine di Paesi in tutto il mondo, con i numeri più alti in 14 di questi. I casi più numerosi appartengono al Regno Unito, che per primo ha lanciato l’allarme il 5 aprile 2022, e agli USA. Da un’analisi “a posteriori” è risultato che la malattia era già presente a ottobre 2021.

Gli esperti stanno lavorando intensamente per capirne la causa, mentre le implicazioni a lungo termine restano ignote. Il     CDC americano, in data 11 maggio 2022, ha aggiornato le sue raccomandazioni per i medici e i pubblici ufficiali della sanità riguardo a questa “nuova” (?) malattia.

Cosa sappiamo

  • La malattia colpisce bambini tra 1 e 16 anni d’età, con una concentrazione maggiore a 2-5 anni, in buona salute e con sistema immunitario competente.
  • I sintomi iniziali sono simili: infezione delle vie respiratorie, vomito, diarrea e ittero. Tutti i casi noti presentavano un cospicuo aumento delle transaminasi epatiche e livelli variabili di bilirubina. Circa il 90% ha necessitato il ricovero, il 10% ha dovuto sottoporsi a trapianto di fegato, e alcuni sono morti (<20 al momento).
  • Non sono implicati i virus A,B,C,D ed E, noti per causare epatite.
  • Circa 70% dei casi è risultato positivo a un Adenovirus il cui sequenziamento, là dove è stato possibile, ha evidenziato un adenovirus di tipo 41.
  • Gli adenovirus causano comunemente infezioni respiratorie nei bambini, sebbene il tipo 41 tenda a produrre una malattia gastrointestinale. Non risultano tra gli agenti causali di epatiti e, se talora è stato ipotizzato qualche danno al fegato, questo è successo in soggetti immuno-compromessi.
  • Quanto ai malati da COVID-19, alcuni avevano una co-infezione da adenovirus e COVID, altri una positività recente: la maggior parte nessuna malattia documentata. Sebbene al proposito i dati degli studi dei diversi Paesi siano variabili, tutti affermano che il ruolo di questo virus deve essere tenuto in grande considerazione, sia come co-infezione che come infezione pregressa. È in discussione l’ipotesi di una maggiore gravità della malattia dopo infezione da Omicron BA.2, o da una variante non ancora caratterizzata.
  • Al momento la causa rimane ignota, e ci si chiede se l’adenovirus giochi un ruolo causale o sia un reperto incidentale, e addirittura se si tratti di un fenomeno reale o di uno stato di allarme sproporzionato indotto dalla pandemia.

Le  raccomandazioni dei CDC

  • I medici di base e i pediatri, nonché le strutture di assistenza ospedaliera e territoriale, devono essere sensibilizzati su ogni potenziale caso sospetto, mediante massima diffusione delle informazioni disponibili e aggiornate, affinché estendano le procedure diagnostiche e terapeutiche su ogni bambino che si presenti con una malattia indefinita, presumibilmente virale; devono prestare attenzione ai sintomi iniziali che, nei casi riportati, sono respiratori e gastrointestinali. Nello specifico, se si rileva ittero delle congiuntive e/o generalizzato, si deve sospettare un’epatite.
  • In tutti i casi di epatite di origine sconosciuta i medici dovrebbero far eseguire la ricerca di adenovirus su sangue intero (più sensibile), e segnalare i casi alle autorità sanitarie pubbliche di competenza.
  • È raccomandata in ogni caso la ricerca di COVID-19 mediante test molecolare.
  • Dovrebbero essere raccolti e conservati campioni di sangue, delle vie respiratorie e delle feci; se possibile, anche campioni di tessuto epatico da biopsia o autopsia.
  • L’invio del paziente allo specialista è giustificato dal fatto che in certi casi si può arrivare alla fine a una causa nota e curabile (es. epatite autoimmune o malattia metabolica specifica) e che la possibilità di progressione in insufficienza epatica acuta, con coagulopatia ed encefalopatia, anche se rara, esiste.

Le domande che restano aperte

  • Si tratta di una malattia nuova?
  • Perché solo nei bambini?
  • È una nuova variante di Adenovirus?
  • È correlata in qualche modo a COVID-19 (sinergia, suscettibilità aumentata)?
  • Come risponde il sistema immunitario alla malattia, nell’ipotesi di una futura vaccinazione?
  • È una malattia dovuta a una risposta immunitaria anomala scatenata dal/i virus implicati?
  • Ci sono fattori genetici coinvolti?
  • Infine, l’aumento è reale o è frutto di una anomala sensibilità indotta dalla pandemia?

Riferimenti

CDC Health Alert Network, May 11, 2022.    Recommendations for Adenovirus Testing and Reporting of Children with Acute Hepatitis of Unknown Etiology. https://emergency.cdc.gov/han/2022/han00465.asp#