E’ tutto noto sui vaccini anti-SARS-CoV-2?


Nei prossimi mesi si potranno avere risposte più certe su sicurezza ed efficacia del vaccino anti SARS-CoV-2. I dati iniziali sono straordinariamente incoraggianti, pur non conoscendosi ancora l’impatto immediato, intermedio e nel lungo termine sulla pandemia.

Negli Stati Uniti, i  vaccini Pfizer e Moderna hanno ricevuto l’autorizzazione all’uso in emergenza (EUA) da parte di Food and Drug Administration (FDA), e sono stati raccomandati per l’uso dall’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC): l’autorizzazione  EUA da parte della FDA è un meccanismo utilizzato durante emergenze sanitarie, per realizzare in tempi rapidi interventi potenzialmente efficaci per quanti potrebbero trarne beneficio. Tuttavia è bene sapere che l’approvazione formale da parte di FDA è cosa ben diversa dall’approvazione EUA!

I vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna sono costituiti da RNA messaggero (mRNA) che codifica per una forma stabilizzata della proteina spike, formulata in nanoparticella lipidica.  Tale metodologia non fa parte di alcun vaccino attualmente autorizzato, anche se negli ultimi 10 anni è stata studiata in essere umani per vaccini sperimentali contro i virus dell’influenza, il virus Ebola e altre malattie. Per i vaccini Pfizer e Moderna, dati ad interim hanno dimostrato una protezione del 95% contro la malattia sintomatica. Nei pochi casi in cui si è manifestata malattia grave, il numero era significativamente inferiore nei vaccinati rispetto a quello osservato nei soggetti trattati con placebo.

Sono in prossima fase di lancio:

  • Vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson / Janssen: utilizzano vettori  virali (adenovirus) in cui una parte di DNA virale è stata eliminata ed è stato inserito DNA della proteina spike SARS-CoV-2. Tali vettori entrano nelle cellule ospiti ed esprimono la proteina spike senza essere in grado di replicarsi.
  • Vaccini  Novavax  e Sanofi-GlaxoSmithKline: contengono la proteina spike, ottenuta secondo  la consolidata tecnologia Sanofi per la produzione di vaccini contro il virus dell’influenza.

Ognuno dei succitati approcci vaccinali possiede attributi unici circa immunogenicità, costo, reattogenicità, facilità di somministrazione e logistica di distribuzione (necessità della “catena del freddo”).

Cosa dobbiamo ancora conoscere su questi nuovi vaccini?

Solo la somministrazione a milioni di persone e la raccolta capillare di dati su esiti post-vaccinali potrà fornire risposte esaurienti su elementi ancora poco noti. In particolare:

  • Sicurezza. Con il progressivo incremento di persone vaccinate è possibile si manifestino eventi rari, anche gravi, che in fase 3 non erano stati evidenziati. Si potrà farà chiarezza su complicanze quali ictus, infarto etc., manifestazioni che possono comparire anche in assenza di vaccinazione e che, in fase sperimentale, sono stati catalogati come potenzialmente correlati al vaccino. Sarà necessario affidarsi a valutazioni epidemiologiche per poter separare la morbilità di fondo di una data popolazione da nuovi, rari effetti collaterali attribuibili al vaccino.  Per quanto la maggior parte degli eventi avversi si manifesti nelle prime settimane o nei mesi successivi alla vaccinazione, rimane la possibilità che alcuni possano verificarsi nel lungo termine.   Di qui l’importanza della raccolta dati, che si prevede molto difficile e complessa visto il numero di persone che saranno vaccinate nel 2021; in ogni caso, chiunque manifesti un evento avverso sospetto dovrebbe essere incoraggiato a segnalarlo.
  • Efficacia e sicurezza in popolazioni speciali.  Tra questi vanno considerati bambini, donne in gravidanza, soggetti con malattie concomitanti o che assumono farmaci che influenzano la risposta immunitaria.  Negli studi di fase 3 vengono in genere inclusi soggetti diversi per etnia, razza, età e comorbidità, ed esclusi donne in gravidanza, bambini, soggetti con immunodeficienza o con anamnesi positiva per reazioni allergiche ai vaccini. Pfizer-BioNTech e Moderna hanno in programma di testare i loro vaccini in popolazioni pediatriche, oltre che di esaminare sicurezza e immunogenicità nelle popolazioni sopra citate.
  • Durata della protezione fornita dal vaccino. I dati pubblicati sulla risposta anticorpale sierica al vaccino Moderna fanno riferimento a 119 giorni dopo la prima dose, e a 90 giorni dopo la seconda. Al momento la durata della risposta immunitaria nei confronti della proteina spike è sconosciuta.  È molto probabile che in caso di reinfezione la gravità della malattia possa ridursi in modo persistente grazie alle risposta di Linfociti T della memoria e/o di linfociti B; ipotesi che deve tuttavia essere confermata, come anche la durata della protezione.
  • Il vaccino protegge da una successiva infezione e, quindi dalla diffusione del virus? L’elevata efficacia protettiva riportata negli studi fa riferimento alla prevenzione della malattia sintomatica. E’ necessario distinguere tra immunità che protegge il vaccinato dallo sviluppo della malattia sintomatica, e immunità che può interrompere la trasmissione del virus dalla persona vaccinata ad altri. Tale distinzione non viene spesso fatta, per cui il vaccinato ritiene di esser protetto dalle infezioni, e quindi anche di non poterle trasmettere a persone suscettibili.

E’ pertanto fondamentale continuare a mantenere misure di sanità pubblica (distanziamento, lavaggio mani, mascherina) fino a quando l’epidemia non sia sotto controllo.

La somministrazione di vaccini per via parenterale non si traduce in genere in una potente immunità della mucosa tanto da poter interrompere l’infezione o la trasmissione, come per esempio si verifica con la vaccinazione antipolio per via orale. Se gli attuali vaccini non forniscono livelli duraturi ed elevati di protezione dall’ infezione e non portano la prevalenza del virus nella comunità quasi a zero, saranno necessarie analisi più approfondite sui meccanismi che stanno alla base della diffusione e della trasmissione del contagio.

In conclusione, lo sviluppo di vaccini efficaci per SARS-CoV-2 è avvenuto a un ritmo senza precedenti. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi gli epidemiologi, pur con un certo grado di incertezza, potranno aggiornarci sulla mole di dati in rapida crescita, al fine di rassicurarci su sicurezza ed efficacia. I professionisti front line hanno il dovere di esser sempre ben informati, in modo da fornire aggiornamenti appena disponibili. Riconoscere che c’è ancora molto da imparare, e nel contempo incoraggiare fortemente la vaccinazione, è probabilmente una delle sfide più critiche da affrontare: costante attenzione su risultati di ricerche che supportano l’uso di questi nuovi vaccini è fondamentale per affrontare la sfida.

Riferimenti

Connors M. SARS-CoV-2 Vaccines: Much Accomplished, Much to Learn. Annals of Internal Medicine, 19 January 2021. https://www.acpjournals.org/doi/10.7326/M21-0111

Vaccine Adverse Event Reporting System.  https://vaers.hhs.gov/reportevent.html