Depressione maggiore e rischio suicidio in bambini e adolescenti


I dati

In tutto il mondo, ogni anno, quasi 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita: circa uno ogni undici minuti. Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni, addirittura la terza se si considerano solo le ragazze.

Negli Stati Uniti, la depressione è oggi la principale causa di disabilità. Il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 10 e i 19 anni.

In Italia, le richieste d’aiuto al Telefono Amico nel 2021 sono cresciute globalmente del 55% rispetto al 2020, e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. Il 28% delle richieste viene da giovani con meno di 26 anni. Il 2022, in base ai dati del primo semestre dell’anno, non sembra portare miglioramenti. Se si considera solo il suicidio, ideato o tentato, l’incremento dei casi nel 2020 e 2021 supera il 75% nei giovanissimi, passando da 369 casi a 649.  

L’aumentato rischio di ideazione, tentativi e compimento di suicidi, sono uno dei sintomi del Disturbo Depressivo Maggiore (DDM).

Depressione maggiore in bambini e adolescenti

Qui non stiamo parlando di tristezze, malinconia, e mancanza di desideri. I soggetti colpiti da DDM non sono capaci di gestire le abituali attività quotidiane, come il comportamento e il rendimento scolastico o lavorativo, nonché di relazionarsi con i genitori e con gli altri, e di crescere in modo equilibrato. Questa condizione è oggi considerata una delle principali cause di disabilità. La depressione può manifestarsi con sintomi differenti e variare da forma lieve a severa; ragazzi e ragazze depressi presentano molto spesso, in associazione, comportamenti autolesivi – danneggiano cioè volontariamente il proprio corpo con tagli, bruciature, escoriazioni – fino al tentativo di suicidio. In età evolutiva l’esordio può manifestarsi talvolta in età prescolare, in età scolare o, nella maggior parte dei casi, in adolescenza. Inoltre, le femmine hanno tassi maggiori da 1,5 a 3 volte rispetto ai maschi, con inizio nella prima adolescenza. Questa differenza sembra essere dovuta al fatto che le giovani ragazze hanno più frequentemente sentimenti di tristezza, sono più autocritiche e vengono maggiormente educate a essere dipendenti. I maschi, invece, sembrano reagire ai vissuti depressivi soprattutto con comportamenti disfunzionali quali, ad esempio, l’uso di alcol e di droghe. Il DDM nei bambini e negli adolescenti è fortemente associato con depressioni ricorrenti in età adulta, con altre malattie mentali e aumentato rischio di ideare, tentare e commettere suicidio.

Fattori di rischio

I fattori di rischio generici comprendono: storia famigliare di depressione, precedenti episodi di depressione, altri concomitanti disturbi della salute mentale e del comportamento. Fattori psicosociali di rischio riguardano bambini/ragazzi abusati o trascurati, esposti ad eventi traumatici familiari o sociali, vittime o colpevoli di bullismo, sottoposti precocemente a stress, maltrattamenti, rapporti problematici coi genitori. I fattori psicosociali hanno acquisito col tempo peso maggiore, aggravati dai problemi razziali o di discriminazione di minoranze etniche, come è evidenziato dall’aumento dei suicidi soprattutto degli adolescenti. Le esperienze negative nell’infanzia possono essere conclamate o sfumate (microaggressioni), ma sono eventi traumatici che possono peggiorare il raggiungimento dell’equilibrio mentale nella vita adulta. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente accentuato il problema, aggiungendo un carico d’ansia, facile terreno per scatenare la depressione. Benché in tutti i Paesi le conoscenze sull’impatto della pandemia sulla salute mentale siano ancora limitate per la brevità del tempo intercorso, è verosimile che la domanda di interventi psicosociali aumenti notevolmente nei prossimi mesi e anni.

A titolo di esempio, dei tanti studi in corso su questa materia, consideriamo quelli dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che evidenziano come le consulenze neuropsichiatriche che hanno riguardato fenomeni di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio siano passate dal 36% dell’aprile 2019, al 61% dell’aprile 2020, fino al 63% di gennaio 2021. Le ospedalizzazioni per le stesse problematiche sono cresciute dal 17% nel gennaio 2020 al 45% nel gennaio 2021. I comportamenti autolesivi sono stati rilevati nel 52% dei ricoveri di gennaio 2021, in aumento rispetto al 29% dell’anno precedente. Durante la pandemia di Covid-19, si è registrato per ora un modesto ma significativo aumento della DDM e del rischio suicidio negli adolescenti, più pronunciato nel sesso femminile.

Screening e trattamento

La UPSPTF americana raccomanda fortemente a pediatri e medici di base di effettuare uno screening volto a identificare giovani con, o a rischio di MDD, per contenere il dilagare di questa disabilità e prevenire i suicidi. Soprattutto nei soggetti di età tra 12 e 18 anni. Gli strumenti dello screening sono basati sull’ascolto di ciò che riporta il soggetto e chi ne è responsabile, cioè essenzialmente su interviste e questionari standardizzati, di cui esistono diversi modelli. Tutti, comunque, oltre alle domande sui comuni sintomi di depressione (mancanza di interesse per qualunque cosa, tristezza e disperazione, problemi di sonno e di concentrazione) includono almeno una domanda relativa all’ideazione di suicidio.

A seconda della gravità, il trattamento prevede interventi di counseling, farmacoterapia nei casi più gravi, inserimento in programmi di supporto, eventualmente anche in combinazione.
Anche interventi di medicina alternativa e complementare possono giovare. I rischi sono in genere correlati a reazioni indesiderate da farmaci; evenienza che può esser contenuta con un monitoraggio medico adeguato, mirato a evidenziare un peggioramento clinico, una tendenza al suicidio o inattesi mutamenti di comportamento. In realtà, è provato che in questa fascia di età un trattamento precoce della MMD porta risultati positivi sulla salute. I dati corrispondenti nella fascia di età <11 anni non presentano evidenze comparabili. Con la farmacoterapia sono riportati in numero maggiore i casi correlati a suicidio, crisi psichiatriche e conseguenti interruzioni di trattamento, ma i casi sono rari e non statisticamente significativi.

Conclusioni

I dati epidemiologici evidenziano che il Disturbo Depressivo Maggiore è il disordine psicologico più diffuso nel mondo. Uno studio della World Health Organization prevede che dal 2020 tra tutti i disturbi DDM diventerà il secondo carico più grande sulla salute nel mondo. Questi dati devono accendere i riflettori su un argomento, spesso trascurato, guidando a indirizzare gli sforzi alle necessità della salute mentale degli adolescenti, anche come postumi della pandemia o durante future simili crisi della salute.

Riferimenti

USPSTF. Depression and Suicide Risk in Children and Adolescents. https://www.uspreventiveservicestaskforce.org/uspstf/recommendation/screening-depression-suicide-risk-children-adolescents

BRF, (Brain Research Foundation Onlus).  Suicidi, in Italia è allarme tra i giovanissimi. https://www.open.online/2022/09/09/report-brf-suicidi-italia-giovanissimi/

Quotidianosanità. Suicidi tra i giovani. Tentativi raddoppiati con la pandemia. https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=98117

BRF-Brain Research Foundation. Dati dell’Osservatorio Suicidi. Come stanno I ragazzi. https://www.fondazionebrf.org/suicidio-adolescenza-psichiatria-fondazione-brf-armando-piccinni-come-stanno-i-ragazzi-tosatto-battistuzzi/