COVID- 19. Terza dose. Che cosa è importante sapere


Lo stato delle cose

Non è finita, siamo ancora in pandemia. Il Covid 19 è tuttora presente in tutto il mondo e, nella sua variante Delta che resta predominante, si diffonde attivamente. Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione dei vaccini sicuri e altamente efficaci, diversamente da un anno fa. Tuttavia, alcuni studi mostrano che l’immunità tende progressivamente a declinare, soprattutto nelle persone più anziane. La terza dose di richiamo (dose booster) può ripristinare l’immunità e portarla a livelli ancora più protettivi. Nel mondo occidentale la terza dose è stata al momento autorizzata per coloro che hanno ricevuto i vaccini a mRNA Pfizer e Moderna, e per la minoranza che ha avuto una singola dose di vaccino a vettore virale Johnson & Johnson (J&J) Janssen.

Quali vaccini come dose booster?

Gli Enti regolatori dei farmaci hanno autorizzato la vaccinazione di richiamo con un vaccino diverso da quello usato nel ciclo iniziale. Quindi, in pratica, è possibile somministrare sia il booster omologo (cioè con lo stesso vaccino originale) che quello eterologo (il booster e il vaccino del ciclo primario sono diversi). Tutte le combinazioni sono possibili. In teoria si può somministrare la dose booster con uno qualunque dei vaccini autorizzati, indipendentemente da quale sia stato il vaccino iniziale. Le autorizzazioni sono supportate da uno studio di NIH (National Institutes of Health) americano, tuttora in corso, sulla identicità o mescolanza di due vaccini. Dai risultati preliminari si evince che tutti i vaccini aumentano il titolo degli anticorpi neutralizzanti indipendentemente da quale combinazione sia stata usata nel ciclo primario e nel richiamo. Tuttavia, sembrerebbe che i booster con Pfizer e Moderna funzionino meglio del J&J. Le varie combinazioni non hanno rilevato nuovi problemi di sicurezza. Gli effetti secondari post iniezione sono simili per tutti i booster.

Per quanto riguarda l’intervallo di tempo per i vaccini a mRNA Pfizer e Moderna, le raccomandazioni sono state armonizzate. Si somministra la terza dose almeno 6 mesi dopo il completamento del ciclo primario. Mentre la terza dose di Pfizer è una dose piena, identica a quelle già ricevute, per Moderna si somministra metà dose che, in base a studi specifici, dà meno effetti collaterali rispetto alla dose piena, senza perdere in efficacia. Per quanto riguarda J&J, negli USA il booster è raccomandato almeno 2 mesi dopo la singola dose del vaccino. Questa raccomandazione è dovuta alla minore efficacia del J&J rispetto ai vaccini a mRNA. Il booster, tuttavia, la aumenterebbe a livelli comparabili a questi ultimi.

In Italia la circolare del Ministero della Salute del 3 novembre 2021 impone che i vaccinati con la monodose J&J possano ricevere la terza dose non prima di sei mesi dalla dose unica ricevuta, e il vaccino booster sarà Pfizer o Moderna.

E chi ha ricevuto AstraZeneca? Il 4 novembre 2021 è iniziata presso l’EMA, l’ente regolatore europeo, la discussione con la compagnia che ha presentato nuovi dati per ottenere l’autorizzazione a somministrare il proprio vaccino come terza dose. Al momento, anche nel Regno Unito, si somministra come booster un vaccino a mRNA, a meno che questo tipo di vaccino non sia controindicato per il ricevente, per motivi di salute.

Vantaggi della vaccinazione eterologa

Poter combinare vaccini diversi nel ciclo primario e nel booster aumenta naturalmente la flessibilità necessaria per un programma vaccinale efficiente ed efficace. Si può scegliere la terza dose in base alla disponibilità attuale di un vaccino, o in base alle potenziali reazioni avverse specifiche e di genere. Per esempio, il vaccino J&J (come AstraZeneca) è stato correlato a rari casi di sindrome trombotica con trombocitopenia (STT), soprattutto in donne di età inferiore a 50 anni. Per contro, i vaccini a mRNA sono stati collegati a casi di miocardite in giovani maschi di 18-25 anni, particolarmente dopo la seconda dose. Fortunatamente l’esperienza di Israele (lo stato con la più celere vaccinazione di massa) non mostra un aumento del rischio dopo la terza dose. Queste motivazioni possono quindi essere prese in considerazione al momento della scelta del vaccino booster.

A chi si somministra la terza dose?

A chi somministrare il booster, se a tutti o a chi ha più di 65 anni o problemi di salute, o lavori in un ambiente a rischio (es. personale sanitario), è una decisione dei singoli governi.

Anche in Europa e in Italia la campagna per la terza dose si è inizialmente focalizzata sui più anziani e sui fragili ma, con l’aumento generalizzato dei casi, l’appello a vaccinarsi viene allargato a parti sempre maggiori della popolazione, compresi i bambini a partire dai 5 anni (al momento in Italia il limite è 12 anni)

Conclusioni

  • La terza dose aiuta a ripristinare e rafforzare l’immunità ottenuta dal ciclo primario, aumentando di fatto la protezione contro il Covid-19.
  • Tutti quelli che hanno completato la vaccinazione anti-Covid possono ricevere la terza dose o booster, a partire da 6 mesi dopo il completamento del ciclo, secondo le categorie chiamate successivamente dagli Enti preposti all’organizzazione.
  • Indipendentemente da quale vaccino abbiano ricevuto in prima battuta, in Italia il booster è un vaccino a mRNA Pfizer o Moderna, salvo controindicazioni individuali.
  • Non bisogna in ogni caso perdere di vista lo scopo principale, che è quello di vaccinare coloro che non lo hanno ancora fatto.

Riferimenti

Centers for Disease Control and Prevention (CDC). COVID-19 Vaccine Booster Shots, 9 nov.2021.

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/vaccines/booster-shot.html