Essere preparati a una nuova pandemia
Il 20 maggio 2025, dopo tre anni di intense discussioni e confronti, l’assemblea della WHO (OMS italiana) ha pubblicato un accordo vincolante tra gli stati membri delle Nazioni Unite che può essere definito storico, reso auspicabile dai fallimenti della solidarietà globale durante la pandemia di Covid-19. Il cosiddetto Accordo Pandemico (AP) riguarda tutte le azioni che devono essere intraprese in caso di pandemia, a partire dalla prevenzione del passaggio all’uomo delle infezioni zoonotiche, attraverso la preparazione dei Sistemi Sanitari Nazionali, per giungere infine alla risposta globale che deve essere messa in opera. L’AP ha tre principi fondanti, alla base di ogni azione:
- “Una Salute Sola” La novità di questo concetto è l’affermazione che esiste una salute sola: umana, degli animali domestici e selvatici, dell’ambiente. La maggior parte delle malattie infettive emergenti è rappresentata da zoonosi che implicano il passaggio dei patogeni da un animale all’uomo. L’accordo richiede che i piani di prevenzione dei singoli Stati prevedano misure di sorveglianza a livello dell’interfaccia tra ambiente umano e animale, per identificare e contenere i germi patogeni, prevenendone così il salto di specie (spill over). A livello ambientale, i piani devono tenere in considerazione i fattori che aumentano il rischio pandemico, quali la deforestazione, il consumo del suolo e i cambiamenti climatici, e prevedere sistemi di formazione congiunta per il personale che deve lavorare all’interfaccia uomo/animale. Lo scopo è quello di minimizzare i rischi di pandemie, lavorando direttamente sulla loro origine.
- Capacità dei sistemi sanitari nazionali. In caso di emergenza di una pandemia, l’accordo parte dall’ International Health Regulations, IHR, cioè il Manuale delle Regole per la Salute Internazionale, che contiene regole vincolanti per tutti i Paesi, nel caso che eventi di salute pubblica abbiano il potenziale di varcare i confini. Tra queste regole c’è la comunicazione immediata di una emergenza sanitaria alla WHO, e l’adozione di misure sui viaggi e gli scambi commerciali. Le IHR devono essere aggiornate soprattutto per quel che riguarda il rafforzamento delle capacità dei Sistemi Sanitari Nazionali, soprattutto nell’assistenza di base e nella copertura sanitaria universale. Ciò include un accesso equo all’assistenza clinica e ai Servizi Sanitari essenziali, come pure il potenziamento dei laboratori e dei servizi diagnostici. Il personale sanitario sulla linea del fronte deve avere un accesso prioritario ai prodotti farmaceutici e ai presidi di difesa durante la pandemia e, sempre, condizioni di lavoro buone e protette dalla violenza e dalle molestie.
- Equa accessibilità ai Prodotti Medici. La pandemia da Covid-19 ha visto una distribuzione iniqua di diagnostici, farmaci e vaccini dovuta all’accaparramento di prodotti salvavita da parte dei Paesi ad alto reddito e il collasso delle catene di rifornimento. L’accordo vuole trasformare l’attuale modello di sviluppo e distribuzione, anche basato su donazioni caritatevoli, in un ecosistema che sia equo dall’inizio alla fine, che non discrimini tra Paesi di prima e seconda categoria in base al livello economico.
Implicazioni pratiche
- Le contromisure sviluppate nei diversi Paesi devono essere allineate agli standard internazionali di qualità, sicurezza ed efficacia. La ricerca deve condividere modelli, comparatori e metodi: l’accesso ai finanziamenti pubblici deve essere uguale per tutti.
- La produzione farmaceutica, che attualmente avviene in pochi Paesi ad alto reddito, deve essere sostenibile e distribuita in diverse zone geografiche, con siti di sviluppo e produzione nella diverse aree, eventualmente da potenziare durante le emergenze.
- Le compagnie farmaceutiche nei Paesi a reddito medio/basso spesso implicano il trasferimento di tecnologie e conoscenze da parte dei detentori nel mondo più ricco. L’accordo fa appello a tutti i Paesi per facilitare il trasferimento tecnologico, anche attraverso centri di smistamento o “hub”, quali il Programma di Accesso alle tecnologie sanitarie della WHO, o liberalizzando licenze a tecnologie di proprietà governativa. Questo punto, molto controverso sull’obbligatorietà vs. volontarietà degli atti, è stato superato prevedendo una trattativa preliminare tra i contraenti con un certo margine di flessibilità, che giunga a termini mutuamente concordati. Se la trattativa fallisce, entra in vigore l’obbligatorietà.
- L’accesso globale a campioni del patogeno identificato e ai dati sul suo sequenziamento genetico. è stato un altro punto molto combattuto. Questo dovrebbe essere garantito attraverso un “deposito” centralizzato cui le compagnie farmaceutiche potrebbero attingere per sviluppare contromisure mediche, in cambio della garanzia di affidare il 20% della loro produzione alla WHO che lo distribuirebbe in base ai bisogni di salute pubblica. Le regole di tale patto sono demandate a una futura negoziazione e verranno promulgate come Allegato all’accordo. Purtroppo, l’accordo non potrà essere vincolante per i vari Paesi finché questo allegato non sarà pubblicato.
- La catena di rifornimento dei prodotti medici e delle materie prime durante la pandemia ha fatto registrare notevoli falle, praticamente in tutti i Paesi. L’AP prevede una catena di rifornimento globale e una rete logistica sotto l’egida della WHO, che imporrà degli obblighi ai vari Stati riguardanti fornitura e distribuzione, compreso quello di evitare le scorte esagerate e l’esportazione dei prodotti in eccesso.
- La proliferazione di notizie false e fuorvianti, che non hanno avuto una risposta adeguata durante la pandemia, ha generato confusione e sfiducia. Gli Stati dovranno essere trasparenti e precisi nel condividere le informazioni, cercando di mantenere alta la fiducia della gente. Il monitoraggio e la correzione di informazioni false sui social media rimangono controversi, dato il valore attribuito alla libertà di espressione.
- Il finanziamento, senza dubbio indispensabile per sostenere il piano pandemico, resta un grosso problema: i Paesi a medio/basso reddito hanno spinto fortemente perché si stabilisse un solido e chiaro meccanismo di finanziamento, ma i negoziatori non hanno trovato l’accordo sull’istituzione di un fondo specifico, e l’accordo finale non richiede contributi statali per il finanziamento. Si è arrivati solo a prevedere un Meccanismo di Coordinamento Finanziario, a supporto dell’AP e del suo Manuale di Regole (IHR), con il compito di monitorare i bisogni e i “buchi” finanziari, operando su una piattaforma che contenga tutte le risorse disponibili e sfruttando i contributi volontari.
- La Governance seguirà il modello già collaudato per il controllo del tabacco, la biodiversità e il cambiamento climatico. Ci sarà una Conferenza delle Parti (COP) che sorveglierà il funzionamento dell’accordo, apportando le correzioni e creando protocolli e allegati, secondo le necessità.
Ma…
A causa del ritiro degli USA dalla WHO, voluto dal Presidente Trump, gli Stati Uniti non faranno parte dell’Accordo, né ne raccoglieranno i benefici. L’Accordo Pandemico è stato adottato e funzionerà interamente senza gli USA: questi staranno a guardare dall’esterno problemi cruciali anche per i loro interessi nazionali. Molto può essere fatto dall’AP, anche senza gli Stati Uniti. Tuttavia, questi sono insostituibili. Mancheranno il loro enorme potere finanziario e la loro potente influenza. Anche se l’esperienza scientifica delle agenzie federali, la ricerca universitaria all’avanguardia e le scoperte delle grandi industrie farmaceutiche continueranno ad esserci, l’assenza degli USA creerà larghi vuoti.
Nonostante le carenze e la mancanza di un chiaro meccanismo di sostegno al miglioramento continuo, questo accordo è una pietra miliare per la sicurezza nella salute pubblica e un trionfo del multilateralismo in un mondo altamente frammentato.
L’Italia si è astenuta, ribadendo la sua posizione che intende riaffermare la sovranità dei singoli Stati in tema di salute pubblica. È uno degli 11 paesi astenuti, contro i 124 favorevoli.
Staremo a vedere…
Riferimenti
Gostin L.O: et al. The WHO Pandemic Agreement. The World Together Equitably. JAMA May 27, 2025; DOI: 10.1001/jama.2025.9198
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