2025/04/25. Dimagrire sì, ma con attenzione alle ossa. Un aiuto dalla dieta mediterranea e dal movimento


Con l’avanzare dell’età, la salute delle ossa diventa un tema sempre più rilevante. La riduzione della densità minerale ossea (BMD), che può iniziare già intorno ai 50 anni e accelerare dopo la menopausa, espone in particolare le donne a rischio crescente di osteopenia e osteoporosi. Si tratta di condizioni silenziose, che spesso non danno sintomi fino al momento della frattura, ma che possono avere conseguenze gravi: dolore cronico, perdita di autonomia, riduzione della qualità della vita. È noto, infatti, che una frattura dell’anca o della colonna in età avanzata può compromettere in modo significativo la mobilità, il benessere psicologico e persino l’aspettativa di vita.

A questo scenario si affianca un altro problema, sempre più diffuso: il sovrappeso e l’obesità nelle persone anziane, spesso associati alla cosiddetta sindrome metabolica, che comprende ipertensione, iperglicemia, alterazioni del profilo lipidico e obesità addominale. In questi casi, perdere peso è raccomandato per ridurre il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari. Tuttavia, qui si presenta un paradosso: se la perdita di peso è troppo rapida o non accompagnata da accorgimenti nutrizionali e comportamentali adeguati, può determinare anche una perdita di massa ossea e muscolare, con effetto controproducente proprio sulla fragilità.

Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata proprio su questo punto critico: è possibile dimagrire proteggendo le ossa? La risposta, almeno in parte, arriva da uno studio spagnolo di alta qualità appena pubblicato su JAMA Network Open (aprile 2025), nell’ambito del progetto PREDIMED-Plus, che ha coinvolto oltre 900 adulti tra i 55 e i 75 anni, con sindrome metabolica e obesità o sovrappeso. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha seguito una dieta mediterranea libera, cioè senza restrizioni caloriche e senza indicazioni specifiche sull’attività fisica; l’altro ha adottato una dieta mediterranea ipocalorica, con riduzione del 30% dell’apporto energetico, accompagnata da un programma di attività fisica strutturata secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la popolazione anziana.

L’intervento proposto non era solo alimentare: prevedeva camminate quotidiane, esercizi di resistenza, equilibrio e flessibilità, con supporto motivazionale e strategie comportamentali per facilitare l’adesione. Dopo tre anni di follow-up, i ricercatori hanno osservato che entrambi i gruppi avevano perso peso, ma solo nel gruppo che seguiva la dieta ipocalorica associata al movimento si è registrata una protezione significativa della densità ossea lombare (L1–L4). Il beneficio è apparso in modo chiaro nelle donne, mentre negli uomini non si sono riscontrate differenze rilevanti.

I risultati dello studio hanno una forte rilevanza clinica e sociale. Le donne, soprattutto dopo la menopausa, sono più esposte al declino osseo per effetto della carenza estrogenica e della maggiore incidenza di sarcopenia (perdita di massa muscolare). In questo contesto, ogni strategia che consenta di controllare il peso senza compromettere l’integrità dello scheletro rappresenta un importante strumento di prevenzione. Va sottolineato che l’effetto osservato non è dovuto a farmaci o integratori per le ossa, ma sembra dipendere esclusivamente dalla combinazione sinergica di dieta nutrizionalmente idonea e attività fisica regolare, con impatto fisiologico favorevole sul metabolismo osseo.

Il messaggio derivato dalla ricerca è chiaro: dimagrire sì, ma con intelligenza, equilibrio e supervisione. Ancora una volta, la dieta mediterranea – patrimonio culturale e scientifico del nostro territorio – si conferma un alleato prezioso non solo per il cuore e il metabolismo, ma anche per lo scheletro. Quando questa alimentazione è declinata in forma ipocalorica e accompagnata dal movimento, può diventare una vera e propria “terapia di stile di vita”, sostenibile e adattabile, anche nella terza età.

In conclusione, se vogliamo ridurre il rischio di fratture nella popolazione anziana, dobbiamo considerare la prevenzione non come azione isolata, ma come traiettoria che integra alimentazione, attività fisica, educazione e supporto. Un percorso che richiede costanza, ma che può portare a grandi benefici, come dimostra questa ricerca. Per molte donne (e anche uomini) che si affacciano all’età anziana con qualche chilo in più e il desiderio di “fare qualcosa per la propria salute”, questa è una buona notizia: non basta dimagrire, occorre farlo bene. Con attenzione alla qualità degli alimenti, alla gradualità del cambiamento e alla forza che nasce dal sentirsi accompagnati.

Héctor Vázquez-Lorente et al. Mediterranean Diet, Physical Activity, and Bone Health in Older Adults. A Secondary Analysis of a Randomized Clinical Trial. JAMA Network Open, April 18, 2025. doi:10.1001/jamanetworkopen.2025.3710. https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2832289

Counseling per la prevenzione della malattia cardiovascolare. https://www.aspicodv.com/schede/malattia-cardiovascolare-counseling-per-promuovere-dieta-sana-e-attivita-fisica/

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