Non solo esercizio. La salutogenesi: un nuovo sguardo sulla salute attraverso l’attività fisica


È possibile pensare alla salute non come assenza di malattia, ma come capacità di vivere, di affrontare le difficoltà, di dare senso all’esistenza? Questa domanda, che può sembrare filosofica, è in realtà al centro di una teoria rivoluzionaria nata dalla sociologia medica: la salutogenesi. Una visione che si sta facendo strada anche nella promozione della salute attraverso l’attività fisica, grazie al lavoro di studiosi come Victor José Machado de Oliveira, autore di un recente saggio pubblicato su Revista Pensar a Prática.

Il termine salutogenesi – coniato dallo studioso israeliano Aaron Antonovsky negli anni ’70 – indica lo studio dell’origine della salute, in contrapposizione alla ben più nota patogenesi, ovvero lo studio dell’origine delle malattie. L’idea che sta alla base di questo paradigma è semplice e potentissima: non basta sapere cosa provoca la malattia, dobbiamo anche chiederci cosa mantiene o favorisce la salute. E qui entra in gioco un concetto chiave: il senso di coerenza (Sense of Coherence – SOC).

Il cuore della salutogenesi: il senso di coerenza

Secondo Antonovsky, la nostra salute dipende in larga parte dalla nostra capacità di affrontare gli inevitabili stress della vita. Alcune persone, pur vivendo esperienze drammatiche (come essere sopravvissuti ai campi di concentramento), riescono a rimanere in buona salute. Perché? Perché possiedono un forte senso di coerenza, che si articola in tre dimensioni:

  • Comprensibilità: riuscire a dare un senso logico e coerente agli eventi della vita.
  • Gestibilità: sentirsi capaci di affrontare le sfide, grazie alle proprie risorse o a quelle del contesto.
  • Significatività: percepire che ciò che ci accade ha un significato, vale la pena di essere vissuto.

Questo modello non solo invita a guardare alla salute come a un continuum – non siamo semplicemente o “malati” o “sani” – ma sottolinea quanto sia importante promuovere esperienze di vita che rafforzino il nostro senso di coerenza.

La rivoluzione silenziosa dell’attività fisica

Nell’ambito dell’educazione fisica e della promozione dell’attività corporea, il paradigma salutogenico rappresenta un cambio di rotta. Tradizionalmente, l’attività fisica è stata promossa con una logica preventiva: fare sport per evitare le malattie, ridurre i rischi cardiovascolari, migliorare i parametri clinici. Una visione importante, ma riduttiva.

Oliveira ci invita ad andare oltre. L’attività fisica, sostiene, può diventare un potente strumento per costruire salute, intesa come capacità di vivere meglio, di relazionarsi, di acquisire competenze, di essere parte di una comunità. Non conta solo quanti minuti a settimana facciamo esercizio, ma come viviamo quell’esperienza: è piacevole? Ci fa sentire competenti? Possiamo scegliere liberamente? Possiamo partecipare?

La metafora del fiume

Antonovsky usava una bellissima metafora per spiegare la salutogenesi: la vita è un fiume. Alcuni nascono in acque tranquille, con molte risorse. Altri in rapide turbolente, con poche possibilità. Non si tratta solo di “salvare” chi sta annegando, ma di insegnare a nuotare e, dove possibile, cambiare le condizioni del fiume. Questo significa costruire politiche che migliorino le condizioni di vita (casa, lavoro, educazione, mobilità urbana) e promuovere l’accesso equo a spazi per il movimento, il gioco, l’attività fisica.

Una nuova prospettiva per la promozione della salute

Applicare il paradigma salutogenico alla promozione della salute richiede un cambio di mentalità. Significa:

  • valorizzare le esperienze corporee come opportunità educative, emotive, sociali;
  • progettare attività che siano comprensibili, gestibili e significative per chi partecipa;
  • creare contesti che permettano di attivare risorse personali e collettive;
  • andare oltre la logica dell’individuo “responsabile della propria salute” e lavorare per l’equità sociale.

Come scrive Oliveira, “non è l’esercizio in sé a promuovere salute, ma l’esperienza vissuta nel movimento, nell’incontro con gli altri, nella scoperta di sé”.

E per chi lavora sul territorio?

Per realtà come ASPIC, che promuovono la salute tra fasce   vulnerabili della popolazione, questa visione è particolarmente utile. Halima, educatrice pari che collabora con ASPIC, è impegnata in questa direzione: integrare l’attività fisica nei progetti di salute non solo come “prescrizione” ma come esperienza partecipata, inclusiva, creativa, può fare la differenza. Un laboratorio di danza, una camminata collettiva, un gioco al parco possono diventare esperienze trasformative, se costruite con cura, con attenzione alle risorse e ai vissuti delle persone.

In conclusione

Il paradigma della salutogenesi ci invita a ripensare radicalmente cosa significa promuovere la salute. Ci dice che il corpo non è solo oggetto di cura, ma soggetto di senso; che il movimento non serve solo a prevenire malattie, ma a vivere meglio. E che ogni persona ha diritto a esperienze corporee che la aiutino a capire, gestire e dare significato alla propria vita.

Perché, in fondo, come ci ricordano gli autori dell’articolo: “non è solo esercizio”. È molto di più.

Halima con il gruppo di cammino

ليس مجرد تمرين جسدي: السالوتوجينيسيس، نظرة جديدة إلى الصحة من خلال النشاط البدني

هل يمكننا التفكير في الصحة ليس فقط كغياب للمرض، بل كقدرة على العيش، ومواجهة الصعوبات، ومنح الحياة معنى؟ هذا السؤال، الذي يبدو للوهلة الأولى فلسفياً، هو في الواقع في صميم نظرية ثورية في علم الاجتماع الطبي: السالوتوجينيسيس. إنها رؤية بدأت تكتسب الاهتمام في مجال تعزيز الصحة من خلال النشاط البدني، بفضل أبحاث علماء مثل فيكتور خوسيه ماشادو دي أوليفيرا، مؤلف مقال نُشر حديثاً في مجلة Pensar a Prática.

كلمة سالوتوجينيسيس – التي صاغها العالم الإسرائيلي آرون أنطونوفسكي في سبعينيات القرن الماضي – تعني البحث عن أصل الصحة، وهي تتعارض مع مفهوم الباثوجينيسيس الذي يركز على أصل المرض. الفكرة الأساسية لهذا النموذج بسيطة ولكنها قوية للغاية: لا يكفي أن نعرف ما الذي يسبب المرض، بل يجب أن نسأل أيضاً: ما الذي يُبقي الإنسان في صحة جيدة؟ وهنا يظهر مفهوم أساسي: إحساس التماسك (Sense of Coherence – SOC).

بحسب أنطونوفسكي، فإن صحة الإنسان تعتمد إلى حد كبير على قدرته في مواجهة الضغوط الحياتية التي لا مفر منها. فقد لاحظ أن بعض الأشخاص، رغم تعرضهم لتجارب مأساوية (مثل الناجين من معسكرات الاعتقال)، لا يزالون يعتبرون أنفسهم بصحة جيدة. لماذا؟ لأن لديهم إحساساً قوياً بالتماسك، يتكون من ثلاثة عناصر:
– الفهم: القدرة على تفسير الأحداث في الحياة بطريقة منطقية ومترابطة.
– القدرة على الإدارة: الشعور بالقدرة على التعامل مع التحديات من خلال الموارد المتاحة، سواء كانت شخصية أو مجتمعية.
– المعنى: الإحساس بأن ما يحدث لنا له معنى وجدير بأن يُعاش.

في مجال التربية البدنية وتعزيز النشاط الجسدي، يُعد نموذج السالوتوجينيسيس تحولاً في التفكير. تقليدياً، يُنظر إلى النشاط البدني من زاوية الوقاية: نمارس الرياضة لتجنب الأمراض، تقليل عوامل الخطر، وتحسين المؤشرات الصحية. وهي رؤية صحيحة، لكنها محدودة.

أما أوليفيرا، فيقترح الذهاب أبعد من ذلك. فالنشاط الجسدي، حسب رأيه، يمكن أن يكون أداة قوية لبناء الصحة، بمعناها الأشمل: القدرة على التواصل، اكتساب المهارات، الانخراط في المجتمع، والعيش بكرامة. ليس المهم فقط عدد الدقائق التي نمارس فيها النشاط، بل كيف نعيش هذه التجربة: هل نشعر بالسعادة؟ هل نشعر أننا قادرون؟ هل نشارك بقرارنا؟ هل نحس بالانتماء؟

كان أنطونوفسكي يستخدم مجازاً جميلاً لشرح نظريته: الحياة نهر، وبعض الناس يولدون في أماكن هادئة وغنية بالموارد، وآخرون في مجاري سريعة وعنيفة. لا يكفي أن “ننقذ” من يغرق، بل علينا أن نُعلِّمه السباحة، ونُغيِّر ظروف النهر. هذا يعني أن تعزيز الصحة لا يتعلق فقط بالسلوك الفردي، بل بتحسين الظروف الحياتية: السكن، التعليم، الأمن، البيئة، والحصول على أماكن لممارسة النشاط البدني.

تطبيق هذا النموذج يتطلب تغييراً في العقليات. أي:
– الاعتراف بأن التجارب الحركية هي فرص تعليمية، عاطفية واجتماعية؛
– تصميم أنشطة مفهومة، قابلة للإدارة، وذات مغزى للمشاركين؛
– تهيئة بيئة تُمكِّن الأشخاص من استخدام مواردهم الفردية والجماعية؛
– تجاوز النظرة التي تلقي المسؤولية الصحية على الفرد وحده، والعمل من أجل العدالة الاجتماعية.

كما يكتب أوليفيرا: “ليس التمرين بحد ذاته ما يُعزز الصحة، بل التجربة الحياتية التي نعيشها من خلال الحركة، ومن خلال اللقاء مع الآخرين، واكتشاف الذات”.

بالنسبة لمن يعمل على الأرض، مثل جمعية ASPIC التي تُعنى بتعزيز الصحة بين الفئات السكانية الأكثر هشاشة، فإن هذا النموذج يقدم رؤية مفيدة وملهمة. حليمة، المُثقِّفة النظيرة التي تتعاون مع ASPIC، تعمل في هذا الاتجاه: فهي لا تكتفي باعتبار النشاط البدني “وصفة طبية”، بل تسعى إلى إدماجه في المشاريع الصحية على شكل تجارب تشاركية، شاملة، ومبدعة. فـورشة رقص، أو نزهة جماعية، أو حتى لعبة في الحديقة، يمكن أن تتحول إلى تجارب تغير حياة الأشخاص، شرط أن تُبنى بعناية، وأن تراعي الموارد المتاحة والسياقات الحياتية والوجدانية للمشاركين. نظرية السالوتوجينيسيس تدعونا إلى إعادة التفكير في معنى الصحة. تعلمنا أن الجسد ليس فقط موضوعاً للعلاج، بل هو أيضاً أداة للمعنى والارتباط بالحياة. وأن الحركة ليست فقط للوقاية، بل أيضاً للعيش بشكل أفضل.
كل شخص، بغض النظر عن خلفيته أو ظروفه، يستحق أن يعيش تجارب بدنية تقوّي فهمه لذاته، وتمنحه الشعور بالقدرة، والمعنى، والانتماء.
لأن، في النهاية، كما يذكرنا الباحثون: “ليس مجرد تمرين بدني”. بل هو شيء أعمق، وأغنى، وأكثر إنسانية

Riferimenti

Victor José Machado de Oliveira A theoretical model of health promotion for physical education: salutogenesis on the scene” . Pensar a Prática,  October 2024. DOI:10.5216/rpp.v27.78460. https://www.researchgate.net/publication/385002339_A_theoretical_model_of_health_promotion_for_physical_education_salutogenesis_on_the_scene