Vaccino nasale anti-COVID 19: biglietto d’uscita dalla pandemia?


Un bel momento, andiamo in farmacia o dal medico di famiglia, che ci consegnano una comune confezione di spray nasale, poi a casa ci somministriamo da soli questa dose booster di vaccino anti-COVID, che ci proteggerà non solo dall’ammalarci, ma anche dal diventare infetti e contagiosi per gli altri. È un sogno? No, questo scenario forse si avvererà in un futuro non lontano.

La storia

Lo dice David T. Curiel, eminente professore alla Washington University di St. Louis, il primo a pubblicare dati sul buon funzionamento dei vaccini a mRNA, già nel 1995. Quando egli contattò le compagnie farmaceutiche, ben prima della pandemia da COVID-19, gli fu risposto che “i suoi dati su questi vaccini erano molto belli “ma non c’era dove applicarli, pertanto non erano di loro interesse”. Oggi sappiamo che quei vaccini hanno salvato milioni di vite, ma la pandemia è ancora qui, a dispetto della stanchezza della gente e della sensazione che sia finita: quindi bisogna fare ancora qualcosa. Mentre i vaccini intramuscolari prevengono la malattia grave e la morte, con la comparsa di ogni nuova variante essi ostacolano sempre di meno la circolazione del virus, e ci si continua a infettare. Ed è qui che possono intervenire i vaccini nasali, secondo Curiel ed altri.

A che punto siamo?

Alla data del 4 novembre 2022, sono stati censiti 116 vaccini intranasali in corso di studio, di cui 23 già in sperimentazione clinica (3 in fase avanzata). In alcuni Paesi, tra cui India, Russia e Iran, sono già stati autorizzati per l’uso in emergenza. In alcune ricerche sono studiati per essere usati come booster, in altre come vaccini per il ciclo primario in soggetti mai vaccinati.

Come funzionano?

I vaccini nasali inducono quella che è conosciuta come immunità mucosale o secretoria, che blocca il virus al punto di ingresso nel nostro corpo, cioè nelle prime vie aeree. In questo modo è molto più difficile per il virus radicarsi nella mucosa, che deve obbligatoriamente attraversare per entrare nell’organismo. Se il virus non riesce a infettare, non può diffondersi. Il sistema immunitario delle mucose e quello del sangue circolante, o immunità umorale, sono separati, in qualche modo comunicano ma sono largamente indipendenti: gli anticorpi circolanti, infatti, per lo più IgM e IgG, non raggiungono le secrezioni mucosali in quantità significativa, così come gli anticorpi delle secrezioni, le IgA, non abbondano nel sangue. Quindi lo scopo dei vaccini intranasali è quello di creare l’immunità mucosale o secretoria. Potrebbe essere il ponte mancante per l’uscita dalla pandemia. Alcuni di questi vaccini in divenire contengono virus vivi attenuati (versioni indebolite di COVID-19, che non riescono a dare malattia ma stimolano l’immunità); altri usano un virus vettore, tipo un adenovirus modificato del comune raffreddore, per portare all’interno minime parti innocue (antigeni) del virus, precisamente della proteina “spike”. Siccome la protezione dei vaccini intramuscolari, che la maggior parte della gente ha ricevuto, declina nel giro di qualche mese, ci si può reinfettare. Impiegando un booster nasale, questo fa leva proprio sulla residua immunità preesistente. Studi su animali hanno mostrato che, dando un vaccino nasale dopo un vaccino a mRNA intramuscolare, questi sviluppavano un’immunità più forte degli animali che avevano ricevuto solo il vaccino a mRNA iniettabile o non erano stati vaccinati del tutto. La via di somministrazione nasale sarebbe meglio accettata dai fobici dell’ago e dai bambini.

Lo stato delle cose

  • Un vaccino nasale sviluppato dall’Università di Oxford e da AstraZeneca per essere utilizzato come vaccino primario, basato sul virus vettore e somministrato a soggetti mai vaccinati, ha suscitato l’immunità mucosale in una minoranza di soggetti: anche l’immunità umorale era decisamente più debole rispetto a quella evocata da un vaccino intramuscolare. La ricerca è stata interrotta.
  • Vaccino di Curiel e coll. La casa farmaceutica Ocugen ha una licenza esclusiva per produrlo e ha iniziato la discussione con FDA per progettare le modalità di sperimentazione clinica. Questo vaccino peraltro è già stato autorizzato in India per l’uso in emergenza. È un vaccino a vettore virale di una proteina spike stabilizzata. Essendo proposto come booster singolo, la sperimentazione dovrebbe richiedere poco tempo.
  • CoviLiv (Codagenix), un vaccino intranasale contenente virus vivi attenuati, ha dato buoni risultati nella prima fase della ricerca. Concepito per un’immunizzazione primaria, dovrebbe indurre in tutti i soggetti una risposta immunitaria completa, in quanto il vaccino esprime tutte le proteine del virus e non soltanto la spike. Si spera così che sia capace di dare immunità contro un’ampia gamma di varianti. La ricerca, entrata ora in fase 3, in collaborazione con l’Istituto sierologico indiano, fa parte di WHO Solidarity Trial per la valutazione dei vaccini.
  • Un vaccino della Meissa Vaccines, indagato inizialmente come vaccino primario, ma ora sperimentato come booster, ha dimostrato di indurre una risposta di IgA mucosali paragonabile a quella indotta dall’infezione, ma in condizioni di sicurezza.

Quali ostacoli ci sono ancora sulla strada della produzione?

  • La scarsità di precedenti. La gente ha poca familiarità coi vaccini nasali. In America il più noto è il FluMist, uno spray nasale contro l’influenza stagionale approvato per soggetti di 2-49 anni. Sembra però che funzioni in maniera comparabile con quello iniettabile nei bambini piccoli fino a 5 anni, debole oltre i 17 anni.  Tuttavia, questo vaccino ha aperto una strada.
  • La insufficienza dei fondi investiti dalle industrie farmaceutiche, soprattutto negli US. In questo caso gli USA rischiano di restare più indietro rispetto ad altri Paesi. I ricercatori americani preferiscono aspettare linee guida più specifiche da parte di FDA sui criteri per ottenere l’autorizzazione per l’uso in emergenza dei vaccini nasali, come FDA fece per i vaccini anti-COVID nel 2021 e 2022.

Quando li avremo a disposizione?

Le opinioni degli esperti su quando un vaccino nasale sarà nelle farmacie sono diverse. Gli ottimisti prevedono che, se tutto va bene, un vaccino nasale potrà essere autorizzato come booster all’inizio dell’anno prossimo. Il vaccino Ocugen potrebbe essere pronto per la stagione 2023-2024; quello della Codagenix, che dichiara di essere pragmatista, per il tardo 2023 se tutto va bene. 

L’accettazione dei vaccini nasali dipenderà anche dalla capacità di aggirare la pubblica percezione che la pandemia sia finita, con la convinzione che un altro richiamo, semplicemente spray, fornirà la protezione definitiva. Il prof. Curiel pensa che il facile utilizzo di un vaccino non invasivo sarà capace di superare l’esitazione vaccinale.

Riferimenti

 Kathleen Noheny, Are COVID Nasal Vaccines Our Ticket Out of the Pandemic? – Medscape – Nov 08, 2022. https://www.medscape.com/viewarticle/983754